Mafia: blitz Brancaccio, tra arrestati fratello cooperante Lo Porto

Tra gli arrestati nell’operazione che oggi ha colpito lo strategico mandamento di Brancaccio, con 34 arresti eseguiti da polizia di Stato e Guardia di finanza, c’è Giuseppe Lo Porto, fratello di Giovanni, il cooperante rapito da Al Qaeda nel 2012 e ucciso tre anni dopo in un blitz antiterrorismo.
E’ ritenuto uno dei fedelissimi del boss Pietro Tagliavia tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, da cui era uscito nel 2011 per essere poi ammesso ai domiciliari.
Secondo le indagini Lo Porto aveva la delicata responsabilità della cassa, con il compito di consegnare le risorse alle famiglie dei detenuti, incombenza tradizionalmente cruciale negli equilibri interni.
Giuseppe Lo Porto si diede molto da fare nell’aprile di due anni fa dopo che l’ex presidente Usa Barak Obama ufficializzò la notizia della morte del fratello cooperante Giovanni, ucciso in un raid delle forze americane al confine tra Pakistan e Afghanistan dove si sospettava ci fossero talebani. La famiglia Lo Porto ottenne 1 milione e 200 mila euro dagli Usa, non un risarcimento ma una concessione a titolo “di favore”; una donazione “ex gratia”, una formula che non comporta alcuna assunzione di responsabilità giuridica.
Fu anche Giuseppe Lo Porto, oltre ad altri suoi familiari, a tenere i contatti in quei giorni di dolore e sgomento con gli esponenti di governo e delle istituzioni parlamentari che manifestarono solidarietà e vicinanza ai parenti del cooperante ucciso.

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