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Mafia, il boss Giuseppe Falsone scrive a “Famiglia Cristiana e al Partito Radicale”: bloccate 4 lettere dal Dap

Il gip del Tribunale di Caltanissetta ha imposto lo stop alle missive scritte dal boss di Campobello di Licata.

Quattro in totale: una scritta alla famosa testata “Famiglia Cristiana”, due indirizzate ad altrettante associazioni che si occupano dei diritti dei detenuti e, perfino, una missiva indirizzata ad un esponente del radicali, partito a cui Giuseppe Falsone, ex numero uno di cosa nostra agrigentina, voleva iscriversi. Addirittura l’ex numero uno di Cosa Nostra ha anche inviato una prima quota per l’iscrizione al partito (poi bloccata). Falsone ha apprezzato l’impegno dei radicali – soprattutto dopo la loro visita presso il carcere di Novara – nei confronti dei detenuti.

Il gip del Tribunale di Caltanissetta ha, invece, stoppato le lettere perché i contenuti ritenuti di dubbia interpretazione e di pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza. Nelle lettere Falsone denuncia dure condizioni del regime carceraria a cui è sottoposto. Giuseppe Falsone, alias “Linghi Linghi” è stato per anni rappresentate dell’ala vincente di Cosa Nostra in provincia di Agrigento che ha scalzato la vecchia mafia. Falsone è stato catturato dalla Squadra Mobile di Agrigento – dopo 11 anni di latitanza – a Marsiglia, in Francia. Viveva sotto falsa identità con il nome di Giuseppe Sanfilippo Frittolà.

Il difensore dell’ex capo di Cosa Nostra, Giovanni Castronovo, ha già fatto reclamo al magistrato di sorveglianza lamentando la lesione del diritto costituzionalmente garantito di libertà di espressione politica.

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