Mafia, parla il pentito D’Amico: “Si doveva uccidere un avvocato”

Parla di estorsioni, ma anche del piano, mai messo in pratica, di uccidere un avvocato, il collaboratore di giustizia Carmelo D’Amico sentito a Messina nel processo d’appello dell’operazione antimafia “Gotha- Pozzo 2” che ha smantellato la famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto.
D’Amico, collegato in videoconferenza, ha raccontato di aver saputo del progetto di morte da alcuni esponenti dell’organizzazione mafiosa. Ha riferito di aver incontrato il professionista in un locale mentre era con alcune persone, tra cui un poliziotto. L’avvocato, che era presente in aula e ha appreso nel corso dell’udienza di questo proposito, sarebbe stato ‘colpevole’ di non avere salutato i presenti, destando disappunto tra gli esponenti dell’organizzazione. Da qui l’intenzione di fargliela pagare. Fu D’ Amico, come lui stesso ha raccontato, a evitare che ciò accadesse. D’Amico ha inoltre ripetuto che l’avvocato ‘un professionista serio e corretto che ha sempre svolto con onestà la sua professione.