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Mafia, pentito: “Piano per attentato a Di Matteo è ancora attuale”

Il pentito Vito Galatolo rilancia il tema del progetto di attentato contro il pm del processo sulla trattativa Stato-mafia, Nino Di Matteo: “Il discorso non e’ mai stato revocato, e’ ancora attuale – dice l’ex capomafia dell’Acquasanta, in presenza dello stesso magistrato – fino a quando non si trova l’esplosivo lei e’ a rischio…”. L’ex boss della borgata palermitana, ascoltato dal Gip del capoluogo siciliano, Maria Pino, all’incidente probatorio per un duplice omicidio del 1989, ricorda che il tritolo e’ stato ben nascosto da Vincenzo Graziano, gia’ sottocapo della sua “famiglia”.

L’incidente probatorio era stato chiesto dallo stesso Di Matteo e dall’altro pm Francesco Del Bene: riguarda l’agguato che, il 5 agosto 1989, a Villagrazia di Carini (Palermo) costo’ la vita al poliziotto Nino Agostino e alla moglie Ida Castelluccio, incinta di tre mesi. Galatolo, parlando di questo fatto di sangue, sostiene che molti delitti vengono commessi dai boss su mandato di altri e fa proprio l’esempio del piano di morte contro il pm Di Matteo, ordinato nel 2012 dal superlatitante Matteo Messina Denaro a Girolamo Biondino e Vincenzo Graziano, con la rassicurazione “siamo coperti, stavolta non succedera’ niente”, diversamente da quanto avvenuto nel 1992-’93: anche in quel caso Cosa nostra avrebbe agito in combutta con “entita’” esterne e pure allora Filippo Graviano avrebbe detto “siamo coperti”, venendo pero’ poi smentito dalle indagini, dagli arresti e dalle condanne. Per questo Messina Denaro nel 2012 avrebbe garantito impunita’.