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Mafia, il procuratore Principato: “Messina Denaro uomo non normale”

“Abbiamo proceduto all’arresto di quasi tutti i familiari di sangue di Messina Denaro – sorella, cugini, cognati, tutti coloro che gli erano vicini – io pensavo che questo potesse suscitare nell’uomo una reazione ma l’uomo non e’ normale, e’ molto freddo. Dopo otto anni di studio e’ quasi normale che si ragioni come se lo si fosse conosciuto”. Cosi’ Teresa Maria Principato, procuratore aggiunto presso il tribunale di Palermo, sulla caccia a Messina Denaro, davanti alla Commissione parlamentare Antimafia. Altro momento della strategia per la cattura del boss e’ quello dei provvedimenti di confisca, “essendo lui cosi’ profondamente legato al denaro e ai suoi interessi”: i provvedimenti di sequestro e confisca superano milioni di euro. “Pensate – ha detto il magistrato – che solo la catena della Despar e’ stata oggetto di confisca per 850 milioni”. “A parte gli arresti e i provvedimenti – ha proseguito – abbiamo operato con delle azioni di disturbo concordate nei confronti di persone ben delineate che anche in passato lo avevano in qualche modo agevolato o che sapevamo vicine a lui, con una azione assillante, anche perche’ (siamo a dicembre 2014) sono riuscita in una operazione: firmare un protocollo con il Ros e lo Sco per una indagine comune. Anche il nipote del cuore, Francesco, destinato a essere il suo successore, che gia’ a violenza lo aveva eguagliato se non superato, e’ stato arrestato e sottoposto al 41 bis. Tutto questo per ottenere un affievolimento del consenso nei confronti di questo latitante. Era intollerabile – ha sottolineato Principato – che lo Stato rinunciasse alla cattura di un latitante che dal ’93 sfugge agli organi dello stato e rappresenta per Trapani una primula rossa, da imitare, ammirare, verso la quale provare una certa connivenza”.