Mafia, Scarpinato: “Boss Santapaola fatto fuggire per motivi inconfessabili”

‘L’operazione di Terme Vigliatore venne tenuta volutamente segreta dagli imputati’ Palermo, 18 gen. (AdnKronos) – Nell’aprile del 1993, il generale Mario Mori, allora ai vertici del Ros “per motivi extra istituzionali” avrebbe fatto sfumare l’arresto dell’allora boss latitante Nitto Santapaola, a Terme Vigliatore, nel messinese.

Ne è convinto il Procuratore generale Roberto Scarpinato che prosegue la sua requisitoria del processo d’appello a carico del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura del boss latitante Bernardo Provenzano, nell’ottobre del 1995. “Il fatto che l’operazione di Terme Vigliatore dovesse essere tenuta segreta, e che non si poteva avere la certezza che Santapaola si trovasse in quella località – spiega Scarpinato che rappresenta l’accusa con il pg Luigi Patronaggio – costituiscono fatti precisi concordanti che l’obiettivo non era arrestare Santapaola, ma c’era un motivo inconfessabile, quale fosse il movente, era sicuramente un movente extra istituzionle, come nella mancata perquisizione del covo di Riina”.

Nell’aprile del 1993 il boss catanese Nitto Santapaola era latitante a Terme Vigliatore, nel Messinese, ma un’azione spettacolare del Ros in una villa vicino al covo, secondo l’accusa, lo avrebbe fatto fuggire. Per la Procura generale il boss Santapaola ”fu intercettato mentre parla con esponenti della criminalità mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto all’interno di un locale”. Di questo venne subito informato Mori, tramite il maresciallo della sezione anticrimine di Messina Giuseppe Scibilia. E l’allora colonnello, che si trovava in quel momento a Roma, replicò che ”avrebbe provveduto”. Ed infatti, così come risulta dall’agenda dello stesso Mori, il giorno successivo si recò il giorno seguente a Catania. Ma il blitz contro il capomafia sfumò nel momento in cui, lo stesso 6 aprile ’93, si verificò un fatto ‘imprevisto’, che fece saltare l’operazione.

Il capitano Sergio ‘Ultimo’ De Caprio “mentre si trovava ‘casualmente’ in transito nella zona dove era stato localizzato il giorno prima Santapaola, con altri militari del Ros aveva individuato un uomo, scambiato per il latitante Pietro Aglieri”, spiega l’accusa. Dopo un inseguimento era stato invece accertato che si trattava di un giovane incensurato rispondente al nome di Fortunato Giacomo Imbesi, figlio di un imprenditore della zona. Scarpinato parla quindi di “finalità extra istituzionali”. Secondo il Pg Mori e Obinu, “fedele esecutore degli ordini di Mori” avrebbero “violato i doveri imposti dal codice di procedura penale”.