Mafia, teste nega pressioni e dice di non ricordare, processo a rischio

Il pm Gianluca De Leo gli ha riletto le intercettazioni, frase dopo frase, ma Rosario Bevilacqua, chiamato a testimoniare nel processo per le estorsioni a un negoziante, ha detto di non ricordare nessuna delle parole pronunciate proprio nell’esercizio commerciale della vittima a giugno scorso. Adesso Bevilacqua rischia di essere indagato per falsa testimonianza. Il processo e’ quello a Carlo Russo, Giovanni Buscemi, Marco Neri, Angelo De Stefano e Cherki El Ghana per l’estorsione e aggressione al commerciante palermitano, picchiato selvaggiamente il 2 novembre del 2013 con colpi di mazzuolo davanti al suo negozio, una piccola bottega di casalinghi nel quartiere Noce. Il commerciante, che denuncio’ l’accaduto portando anche il filmato delle telecamere di sorveglianza, a giugno scorso ha raccontato di avere ricevuto la visita nel suo negozio di Bevilacqua (seguito poi da altre due persone: Alberto Giordano e Matteo Trapani). Bevilacqua disse al negoziante che sarebbe stato avvicinato dalla famiglia di De Stefano per rendere dichiarazioni favorevoli all’imputato. In particolare, l’uomo avrebbe dovuto dire che De Stefano non partecipo’ all’aggressione. Il possibile testimone non aveva pero’ visto nulla, lavorando in un’agenzia scommesse non molto vicina al luogo del pestaggio, e pur avendo dato ai De Stefano la parola che sarebbe andato in Tribunale poi cambio’ idea per non finire nei guai. Non sapeva, pero’, che c’era una telecamera a riprendere tutto. E adesso e’ stato chiamato a testimoniare dal pm. Davanti al Tribunale ha pero’ detto di non ricordare nulla e di non essere stato contattato dalla famiglia di De Stefano. Piu’ volte ripreso dal presidente della quinta sezione del Tribunale di Palermo, Bevilacqua ha continuato a negare.