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Quasi strage di Librino: fermati cinque presunti assassini

Cinque persone sono state fermate per la sparatoria dei giorni scorsi a Librino, quartiere di Catania, il cui bilancio è stato di due morti e quattro feriti.

Si tratta di uomini vicini al clan dei “Cursoti Milanesi”. La causa della sparatoria, secondo le indagini svolte dai carabinieri e coordinate dal procuratore aggiunto di Catania, Ignazio Fonzo e dal sostituto Alessandro Sorrentino, è in rancori personali conseguenti a precedenti contrasti insorti tra organizzazioni criminali contrapposte.

Due dei cinque fermati, sollecitati dai carabinieri, si sono presentati presso il Comando Provinciale di piazza Verga.

A finire in manette è proprio uno dei capi dei Cursoti Milanesi, Carmelo Di Stefano, 50enne, fratello di Francesco (Ciccio ‘ca sassa). I due sono figli di Gaetano Di Stefano, Tano Sventra, personaggio storico dei ‘separatisti’ di Jimmy Miano. Gli altri fermati sono Roberto Campisi, 50 anni;  Saro Tricomi 44 anni e i fratelli Antonio e Martino Sanfilippo, 23 e 26 anni.

Ma, forse, c’è qualcosa ancora di più banale dei rancori personali ha spinto alle armi: uno sguardo di troppo verso una giovane legata sentimentalmente ad un ‘picciotto’ del clan. E così i Cursoti Milanesi da un lato e gli affiliati al clan Cappello dall’altro si sono trovati gli uni dinanzi agli altri con in mano le pistole la sera dell’otto agosto scorso, quando il quartiere di Librino si è trasformato in un Far West con le scorribande sugli scooter e i colpi di calibro 9.

Sul selciato erano rimasti senza vita Luciano D’Alessandro, 48 anni, e Vincenzo Scalia, 29 anni, conosciuto come “Enzo negativa”, accanto a loro quattro feriti.

Le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale etneo, sono partite proprio da alcune testimonianze, e anche da quelle di chi ha assistito alla sparatoria. In poche ore i militari dell’Arma hanno fatto terra bruciata attorno ai due gruppi e quindi la svolta nelle indagini: cinque indagati accusati di duplice tentato omicidio, tentato omicidio plurimo per agevolare il clan dei Cursoti milanesi sono stati sottoposti a fermo di pg. Due dei cinque fermati, pressati dalle continue perquisizioni dei carabinieri nelle zone che vanno tra Vaccarizzo e il villaggio Campo di Mare e ancora in altre abitazioni nei quartieri satelliti, alla fine hanno ceduto e si sono presentati spontaneamente nella sede del Comando provinciale dell’Arma a piazza Verga. Altre tre persone erano state fermate il giorno prima, ovvero il 12 agosto.