“Ci attendono 4 anni di amministrazione, forse anche meno”, l’intervista al consigliere Marco Vullo

Intervista di Diego Romeo al presidente della Commissione Bilancio del Comune di Agrigento, Marco Vullo. Quest’ultimo, di recente, è stato protagonista di un botta e risposta con il Sindaco, Lillo Firetto.

Nei primi mesi del 2016  sei comuni siciliani  hanno dichiarato il dissesto. Casteltermini tra questi sei. Ben 347 comuni su un totale di 390, a giugno, non avevano presentato il bilancio di previsione 2016. Dovremo aggiungere alla lista Favara, Porto Empedocle e Agrigento?

“Il quadro generale  vive  un momento assoluto di difficoltà che provengono dal passato e si  scontra con la rigidità delle norme di questi due ultimi anni. L’armonizzazione fiscale ha fatto si che non possano essere messi in bilancio somme di dubbia esigibilità così come avveniva nel passato. Questo sta creando enormissime difficoltà a tanti comuni. Agrigento ha vissuto negli anni una situazione simile, basti pensare a quella macchia nera costituita dai rifiuti. Per esempio bollettiamo per una x somma, quest’anno intorno ai 15 milioni e mezzo e riusciamo a incassare a malapena 11 milioni di euro. Queste devono ormai essere entrate certe. A questo punto si affaccia l’ipotesi di un piano di riequilibrio che non è altro che una opzione data dalla normativa vigente per potere programmare un rientro per un massimo di dieci anni. Questa è la discussione oggi entrata nel comune di Agrigento perché abbiamo appreso a mezzo stampa di alcune notizie che potrebbero farci optare verso questo tipo di scelta. Bisogna mettere in campo modalità che possano essere accettate dalla Corte dei conti.  E’ una materia tecnica da attenzionare con certezza e non si può far finta che sia un passaggio così. Oggi dobbiamo fare chiarezza. In una risposta dell’assessore Amico  comprendo che l’assessore sia andato oltre il normale dibattito politico, la nota sua non è una risposta politica ma a titolo personale al presidente della Commissione Bilancio. Se apprendo da organi di stampa che ci si avvia a un riequilibrio, io come presidente della commissione devo attivarmi per fare chiarezza”.

Il riequilibrio comporterà dei tagli più o meno sofferti  e che difficilmente agevolano il consenso.

“Appunto per questo siamo preoccupati perché prima di tutto occorre fare un certosino lavoro di accertamento dei crediti attivi e passivi dell’ente. E qui cominciano i problemi per i precari e persino per quelli che oggi vantano dei crediti nei confronti del Comune”.

Quindi Fondazione, teatro, spese e spesine pseudo cultural-musicali come distrazione di massa saranno penalizzate da una presa di coscienza che non sarà solo politica?

“Questo aspetto sarà pure da affrontare anche perché si era partiti nell’ultimo anno pensando che la città avesse bisogno di feste e festini. L’abbiamo visto con la Sagra del mandorlo, con le manifestazioni in piazza per Capodanno o Ferragosto, tutto questo sarà suscettibile di decisioni negative. Chi potrebbe meglio rispondere dovrebbe essere l’assessore al Bilancio prima e il sindaco Firetto dopo”.

Però avete lasciato correre tante cianfrusaglie senza che nessuno dicesse nulla.

“Non si tratta di lasciar correre ed è ovvio che all’interno di una maggioranza ci sono cose che vanno fatte e ci sono critiche che sono arrivate, anche se da pochi. Purtroppo devo autocitare il mio gruppo che è stato il più pungente per questo tipo di dinamiche. Il sindaco tra l’altro è una persona molto capace e caparbia e nello stesso tempo è convinto delle sue cose tanto da non ascoltare i consiglieri”.

Per quanto ci risulta c’è perfino difficoltà di accedere agli atti.

“E’ questo uno dei problemi che anche noi come gruppo “Uniti per la città” stiamo valutando di sollevare per avere maggiore chiarezza. Anche gli addetti alla stampa e tante altre cose vanno rivisitati in un piano di riequilibrio finanziario”.

L’amministrazione ha dinanzi altri quattro anni, serviranno ad avere risposte più decenti?

“Il problema è serio e tutto va legato al bilancio. Si possono fare quattro anni come se ne possono fare meno di quattro anni. Occorre già da ora incastonare una serie di iniziative per il superamento di problematiche gravi, bisogna capire l’amministrazione che cosa intende fare. Le iniziative  si valutano insieme all’assise comunale e poi si decide. Ci aspettavamo, per esempio, da sindaco e assessore, in merito a questa polemica sorta in via epistolare, delle risposte concrete e immediate. Non sono arrivate, io mi sono posto il problema e reso pubblica questa mia preoccupazione. Mi sono chiesto quanti debiti ha il Comune di Agrigento e perché non mi è stata data una risposta nella riunione convocata ad hoc? Io sono stato eletto dai cittadini, gli assessori non lo sono e ho il dovere diritto di fare delle osservazioni anche pubbliche. Venerdì in riunione chiederò chiarimenti all’assessore al Bilancio e se non arriveranno sarò costretto insieme alla Commissione a prendere provvedimenti”.

Possibile che riguardo alla conduzione del teatro  e di altre finezze culturali nessuno dica nulla? In una intervista un anno fa il presidente della Commissione spettacoli Pasquale Spataro, per colmo dell’ironia, mi diceva che a lui il teatro non piaceva e non andava a vederlo. Ci muoviamo in una prateria molto elitaria evidentemente. Meno male che lei come presidente si occupa del Bilancio che le è stato assegnato. Con Spataro dovreste scambiarvi la presidenza.

“A questa sua ultima domanda non saprei rispondere, però le devo dare ragione  e faccio mea culpa perché  non sono stato attento  preso da dinamiche di diversa natura come quelle del territorio, soprattutto di Villaseta e delle sua periferia che lei ben conosce. Prenderò spunto da questa sua domanda per chiedere ulteriori chiarimenti”.

Per l’appunto in periferia e in città ci sono risvegli teatrali degni di nota e sconosciuti o sottovalutati dal dominus artistico. Per non parlare dei disastri ambientali e di vita quotidiana delle periferie. E’ un aspetto importante che sta dimostrando una pochezza di interpretazione politica. E’ un segnale che coinvolge la politica del Pd renziano che un anno fa aveva scelto Firetto  inscenando un “Nazareno punto due”.

“Lei ha toccato un punto dolente di questa amministrazione, la centralità delle periferie, molto annunciata in campagna elettorale ma che adesso sta manifestando notevoli difficoltà. Forse il sindaco stesso non ha capito ancora dove si trova e che amministrare una città è qualcosa di diverso. Io stimo Firetto e credo che lui stia portando avanti una operazione verità, però suggerendo al suo assessore che deve condividerla con  gli interessi comunali e la Commissione Bilancio che è l’organo competente  in materia e costituisce, come dire, il primo impatto di un ragionamento collettivo”.

In una nostra  intervista la segretaria del Pd cittadino Silvia Licata valutava con sofferenza la sua uscita dal Pd. Il caso è chiuso o si riaprirà?

“E’ un capitolo chiuso quello con il Pd, un partito silenzioso rappresentato in Giunta dall’assessore Riolo, persona per bene che deve farsi una sua esperienza  politica. Il Pd negli ultimi mesi ha dimostrato di essere un fallimento totale, a partire dal suo segretario Giuseppe Zambito, un partito sconnesso in merito alle problematiche della città e anche rispetto a quelle che potrebbero essere di rilancio della città. L’arrivo di Silvia Licata come segretario cittadino è un punto di svolta molto importante. Quand’ero nel Pd molti si meravigliavano che uno come me venuto dal basso prendesse tanti voti, quasi a dirmi “ma unna voli arrivari chistu” . Ho cercato di fare il mio dovere  e nelle vicende cittadine sono stato in prima linea, oggi sto bene dove sto, continuo a fare il mio lavoro per la città, spero di non sbagliare mai a raggiungere gli interessi collettivi. Faccio un “in bocca al lupo” a Silvia Licata. Però la vedo dura e rischia di rimanere da sola”.