Agrigento, Cgil: “Bene pronuncia del Tar ma adesso rilanciamo il Cupa”

Intervento del sindacato Cgil in merito alla pronuncia del Tar che – la scorsa settimana – ha  sostanzialmente messo un freno alla questione dei 9 milioni di euro che il Cupa avrebbe dovuto versare all’Ateneo palermitano.


“ Il pronunciamento  del TAR circa le pretese dell’Università è stato salutato, giustamente, da commenti improntati all’entusiasmo. Noi che siamo tra i più convinti entusiasti non vogliamo recitare la parte del “bastian contrario, tuttavia abbiamo il dovere di segnalare alcune questioni:

  • l’Art.9 della Legge di Stabilità regionale, se dovesse passare nell’attuale formulazione, segnerebbe la fine dei Consorzi Universitari per come li abbiamo concepiti: su questo il silenzio dei nostri Parlamentari Regionali e di chi occupa importanti caselle del Governo della Regione è assordante!;
  • occorre definitivamente chiarire il rapporto con l’Università di Palermo: dopo lo “scippo” dei Corsi di Laurea in Giurisprudenza, Architettura e beni Culturali, operato lo scorso anno e la non accettazione della proposta di riduzione della quota di contribuzione a carico del CUPA, siamo in lite davanti ai Tribunali: come continuare e su quali basi questo rapporto?
  • L’annuncio di rapporti con questa o quella Università, sia essa quella di Messina o quella di Enna o qualsiasi altra, che Noi sosteniamo ed incoraggiamo, deve tradursi presto in certezze, altrimenti è solo propaganda: se il CUPA vuole avere un futuro dev’essere in grado di trasferire nuove certezze a chi è in procinto di compiere la scelta universitaria, entro il mese di Aprile si decide infatti l’offerta formativa per l’anno accademico 2017/2018. pertanto non c’è un minuto da perdere.
  • Vanno definite le “partite interne” al CUPA nel rapporto con i Lavoratori: avevamo dichiarato la nostra disponibilità ad affrontarle, ma questa disponibilità non è stata ancora pienamente raccolta e questo non va bene!

Per tutto questo occorre che, con il CdA del CUPA e con il sostegno di quanti hanno a cuore il futuro del CUPA, occorre – su queste questioni – mettere punti fermi.

Non abbiamo perso né la fiducia, né la speranza , possiamo farcela ma dobbiamo parlare, tutti quanti, il linguaggio della concretezza!”