Agrigento: cosa sarà mai questa raccolta differenziata?

Tutti i comuni d’Italia sono obbligati per legge ad effettuare la raccolta differenziata. Ciò comporta che, da un lato essi debbano attuare una gestione che privilegi l’efficienza e l’economicità del servizio, dall’altro che ovviamente la cittadinanza collabori alla raccolta, preparandosi già a monte a dividere in base alle tipologie i rifiuti.

Ad Agrigento, città che storicamente si è sempre mostrata allergica ai cambiamenti, il servizio di raccolta differenziata sta vivendo una fase sperimentale che, a dirla tutta, al momento non ha portato ad alcun risultato significativo. Era il 2 Febbraio 2016 quando, su disposizione dell’architetto Gaetano Greco, dirigente del settore V, veniva lanciato il servizio con il metodo porta a porta. La raccolta, però, ha fin da subito stentato a partire e così è stato necessario posticipare la data di inizio del servizio fondamentalmente per mancanza di preparazione.

Dunque, dopo un primo rinvio, si è partiti il 16 di Marzo, un mese e mezzo dopo la data ufficiale. Si è deciso di partire dal popoloso quartiere di Fontanelle, periferia a nord di Agrigento ad alta densità di abitanti. Proprio questa scelta, ovvero partire da un quartiere che presenta queste caratteristiche, ha sicuramente influito sull’efficienza dello stesso: in fretta e furia sono stati tolti dalle strade tutti i contenitori della frazione di Agrigento, imponendo un effettivo cambio di abitudine nella cittadinanza. Problema risolto?

Niente affatto. Una mancata strategia comunicativa che sarebbe stata necessaria coltivare e diffondere nel tempo ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale in questi intoppi. A questo, ovviamente, bisogna aggiungere anche una forte resistenza degli abitanti che, diciamocela tutta, non hanno nessuna voglia di attuare quello che, ricordiamo, non è un invito ma un obbligo di legge. Ritornando a Fontanelle, inoltre, bisogna anche sottolineare una forte contraddizione: il Comune si è adoperato, in fretta e furia, a sgomberare le strade di tutti i cassonetti ma, qualcuno è stato lasciato. Perché? Trovare risposta a questo elementare quesito appare oggi molto difficile Basti pensare che, anche la presenza di pochi contenitori, rappresentano ovviamente una valvola di sfogo per i cittadini che non hanno proprio voglia di fare questa benedetta differenziata. Risultato? Un assist clamoroso all’inciviltà. Basti farsi un giro per Fontanelle e guardare con i propri occhi quei due, al massimo tre, contenitori stracolmi in qualsiasi ora del giorno.

Uno strumento per combattere questa forma di ostruzionismo il Comune lo ha di certo: la sanzione. Ma qui si aprirebbe un’altra parentesi. Quante persone sono state effettivamente multate e sanzionate per queste mancanze? Se la risposta, come prevedo, sia a ribasso sorgerebbe spontanea qualche perplessità. La polizia locale ha istruzioni a riguardo? Se l’amministrazione fosse veramente sensibile al problema si potrebbe dispiegare, anche per il solo fatto di creare un monito, un segnale, un precedente, la Polizia Locale a fare multe non soltanto a San Leone la domenica pomeriggio. Cominciamo con il sanzionare anche la diseducazione ambientale. Primo passo di civiltà.