Alfano ad Agrigento presenta i suoi candidati e rilancia il modello Italia

Conferenza stampa del Ministro degli Esteri Angelino Alfano, oggi pomeriggio al Bay Palace di  San Leone per presentare i candidati di Alternativa Popolare alle prossime regionali.

Il tavolo della presidenza è al completo con Vincenzo Fontana, Giuseppe Marinello, Giancarlo Granata, Francesca Centinaro, Maria Rosaria Coletti, Katia Giovanna Maniscalco e con l’europarlamentare Giovanni La Via.

Alfano presenta i suoi candidati


Gran calca di folla e di cronisti che assediano l’agrigentino Alfano che tra il vociare e gli spintoni riesce a trovare il tempo per rilasciarci una intervista.

Agrigento è il suo territorio di elezione politica e anagrafica. Oltre alle indicazioni politiche date ai suoi candidati riconosce ad Agrigento una qualche peculiarità da rafforzare?

“Noi abbiamo una terra che ha tre occasioni di sbocco importante sulle quali io ho sempre lavorato. Uno è il rilancio della dimensione culturale. Noi abbiamo bisogno di realizzare ad Agrigento grandi eventi culturali che portino turisti per vedere che cosa si fa ad Agrigento. Mi riferisco a mostre di altissimo livello, mi riferisco alla organizzazione di eventi che pongano Agrigento al centro dell’attenzione internazionale. Il secondo sbocco non può che essere la dimensione marina, credo che noi dobbiamo ulteriormente rilanciare la strada di creare un porto turistico molto importante che si collochi tra quelli  della zona est e ovest della costa e la terza strada non può non essere quella delle infrastrutture. Il completamento della 640 e i lavori in corso sulla 189 renderanno Agrigento assolutamente più forte dal punto di vista infrastrutturale. Abbiamo bisogno di investimenti infrastrutturali e abbiamo bisogno di difendere ciò che abbiamo per non perdere quello che negli ultimi anni siamo riusciti a conquistare”.

Sondaggisti, opinionisti, editorialisti prevedono dopo le elezioni politiche una grande coalizione di centro. Il suo ruolo se lo giocherà abbastanza, evidentemente, in questa previsione avanzata un po’ da tutti?

“Noi siamo convinti che in Sicilia come in Italia la prossima gara elettorale si vincerà nell’area moderata, nell’area di centro, anche perché molti populisti e molti estremisti che erano dotati di sondaggi straordinariamente positivi poi in Europa hanno perso. L’Italia spero non faccia eccezione. Noi abbiamo da portare un consuntivo molto importante perché abbiamo preso l’Italia pochi anni fa in una condizione di crisi economica drammatica e affrontare una crisi di profughi e rifugiati come mai mentre le bombe scoppiavano nelle altre capitali europee, con una disoccupazione crescente e con un debito pubblico crescente. Oggi noi consegniamo l’Italia agli italiani con una crescita del Pil dell’uno e mezzo per cento, con un debito pubblico che sta diminuendo con un milione di posti di lavoro, il sessantuno per cento dei quali è determinato da posti che non hanno scadenza e con una crescita degli investimenti stranieri molto importanti da 19 miliardi di dollari a 29 miliardi di dollari e questo vuol dire che l’Italia è tornata ad essere un paese attrattivo. La crescita economica poi determina il distacco con una economia che si rimette in cammino e penso che tutto questo debba essere attribuito con onestà anche al lavoro di chi come noi quattro anni fa invece di fare finire la legislatura si è assunta la responsabilità di dare la stabilità all’Italia. Noi abbiamo dato stabilità in questi quattro anni e grazie a questa stabilità sono iniziate le riforme e grazie alle riforme sono arrivati questi risultati. Abbiamo una nuova legge del mercato del lavoro che ha funzionato e molto bene creando occupazione, abbiamo un risultato che pochi possono dire di aver realizzato in Europa e anche nel mondo, ossia di essere stati un paese solidale e sicuro, abbiamo salvato centinaia di migliaia di vite umane e al tempo stesso siamo stati in un contesto globale in cui il rischio zero non esiste, un paese sicuro. Ecco, io credo che questi risultati si debbano alla governabilità e alla stabilità che noi abbiamo dato e questa stabilità ha un elemento di forza, ossia che abbiamo seminato e poi raccolto.  Questo non vuol dire che i problemi siano stati risolti ma che rispetto a quattro anni fa si sta meglio”.

Da ministro degli Esteri aveva radunato qui a San Leone un gruppo di politici della Libia insieme ad altri imprenditori italiani che in terra libica avevano perso tutto. L’altro giorno l’imprenditore De Cecco insieme ad altri ottanta ha chiaramente rilevato che sono sul lastrico e che ancora il governo non riesce a dare rassicurazioni. Le chiedo a che punto è la trattativa con la Libia?

“Noi abbiamo realizzato qui ad Agrigento l’iniziativa che ha dimostrato l’attenzione degli imprenditori nei confronti della Libia e tutto questo significa per noi avere scelto la strada di pensare alla Libia del dopodomani per la quale ci sono le trattative in corso guidate dal segretario generale delle Nazioni Unite. Tutto questo non significa che sono risolti tutti i problemi del passato, gli imprenditori reclamano crediti dalla vecchia Libia per i quali crediti ci stiamo impegnando ma tenete conto che la Libia dal 2000 in poi  è stata nel caos e adesso c’è il terrorismo e il nuovo governo si è insediato un anno e mezzo fa, quindi occorre anche essere consapevoli delle difficoltà che la Libia ha attraversato e del momento delicato di oggi. Comunque noi pensiamo che la strada della stabilizzazione della Libia sia la strada per risolvere sia i problemi economici che il futuro della Libia”.

C’è un dato di cronaca  singolare, i Dioscuri di Forza Italia di tanti anni fa, Alfano e Cimino, adesso si ritrovano a fiancheggiare il Partito Democratico. E’ un disegno della Provvidenza, un banale destino politico o cos’altro?

“E’ una circostanza storica”.