Truffe a Regione Lazio: 4 arresti e 16 società sequestrate; 4 agrigentini indagati

Truffe per 250 mila euro nei finanziamenti a tasso agevolato erogati grazie al fondo rotativo per il piccolo credito, istituito per sostenere le piccole e medie imprese laziali.

E’ quanto accertato dalla Guardia di finanza di Catania che ha operato in tre regioni: la Sicilia, la Lombardia e il Lazio e in cinque Stati, la Germania, Malta, la Svizzera, il Regno Unito, oltre che in Italia.

Il Gip del tribunale di Catania ha disposto misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di 4 persone, sottoposte a indagine, assieme ad altre 11 persone, ipotizzando i reati di associazione per delinquere, truffa nei confronti dello Stato, truffa, riciclaggio e autoriciclaggio. Sequestrate in Italia e all’Estero, inoltre, 16 società e fondazioni, disponibilità patrimoniali e finanziarie.

Le indagini dell’operazione “Money Back” svolte dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catania, hanno riguardato una strutturata associazione a delinquere che sarebbe stata promossa, secondo chi indaga, da Alfio La Rosa e risulterebbe composta da Venerando Gianluca Ferlito, Carolina Maria Assunta Millia e Antonio Cristaldi, che ha operato su tutto il territorio nazionale e attiva nei reati contro la Pubblica amministrazione e il patrimonio. Sono state alcune operazione sospette a far emergere cinque truffe nei confronti della Regione Lazio, al fine di far ottenere indebitamente alle società impegnate nel settore turistico, riconducibili agli indagati (Millia Project Management, Gruppo Arco srl, Agem e Air Mundi, cinque distinte linee di finanziamento a tasso agevolato, per complessivi 250 mila euro, erogati grazie al Fondo Rotativo per il piccolo credito, istituito per sostenere le piccole e medie imprese laziali.

Operazione Money back

Per ottenere i finanziamenti, i promotori dell’associazione a delinquere hanno presentato – grazie a due commercialisti, uno di Catania, l’altro di Frosinone, entrambi sottoposti a indagine – falsi bilanci alla Camera di Commercio di Catania e dichiarazioni fraudolente ai fini delle imposte sui redditi all’Agenzia delle entrate per gli anni dal 2014 al 2018. Scoperta una truffa nei confronti di privati: in tale contesto, i promotori dell’associazione, dopo essersi presentati come referenti di una inesistente fondazione dello Stato Città del Vaticano, facevano intravedere alle persone truffate la possibilità di ottenere finanziamenti a fondo perduto, chiedendo il pagamento di un contributo per “spese amministrative”, pari a circa 260 mila euro. In tutti i casi, le somme provento delle truffe sono state frutto di operazioni di riciclaggio e autoriciclaggio: gli importi, infatti, a cura degli stessi indagati o di altri soggetti a loro vicini, sono stati prima frazionati su diversi conti correnti, intestati a società o fondazioni, e successivamente trasferiti verso altri depositi, anche detenuti all’estero in istituti di credito tedeschi e maltesi.

 Gli indagati sono in tutto 15 persone sono state sottoposte a indagini (quattro sono agrigentini: Carmelo Conte, 71 anni di San Biagio Platani; Gaetano Conte, 54 anni di San Biagio Platani; Calogero Gabriele Onolfo, 24 anni di Agrigento) a vario titolo, per associazione a delinquere, truffa nei confronti dello Stato, truffa, riciclaggio e autoriciclaggio. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto la custodia cautelare in carcere per Alfio La Rosa, arrestato appena rientrato da Malta; arresti domiciliari per Venerando Gianluca Ferlito, Carolina Maria Assunta Millia e Antonio Cristaldi. Disposto il sequestro preventivo impeditivo delle quote delle società e fondazioni: con sede a Catania la Pg Servizi srl; Fondazione Vita e Salute; Arco spa; Pg Group srl; Gruppo Arco srl; Alcat srl e Ala Group srl. Con sede a Roma Fondazione internazionale Papa Giovanni XXIII, Air Mundi srl, Alafin srl, Aliser srl, Dominio Distribuzione srl, Finlazio srl e Diennepi Comunications Società cooperativa. A Milano la Agem srl. A San Biagio Platani, Fondazione Biagio Conte onlus. Il sequestro a carico degli indagati delle somme disponibili sui conti correnti bancari, quali profitto dei reati contestati, è stato di 500 mila euro. E avendo gli indagati disponibilità di rapporti di conto corrente in territorio estero, è stato attivato, il tramite del comando generale della Guardia di finanza, l’ufficio europeo Asset recovery office, per dare esecuzione al provvedimento del Gip anche alle disponibilità finanziarie e patrimoniali detenute in Germania, Malta, Regno Unito e Svizzera.