Giustizia: Anm, domenica prossima 8000 toghe alle urne

Da domenica prossima, 6 marzo e sino all’8 marzo, gli 8mila giudici iscritti all’Associazione nazionale magistrati sono chiamati alle urne per rinnovare i 36 componenti del Comitato direttivo centrale, cioè del “parlamentino” che a sua volta dovrà scegliere al proprio interno i nuovi vertici del sindacato delle toghe, il che significa i successori degli attuali presidente e segretario, Rodolfo Sabelli e Maurizio Carbone e degli altri componenti della giunta.

I candidati sono 141 divisi in cinque liste concorrenti e tra di loro non c’è nessuno dei componenti uscenti. Ogni elettore potrà votare per una sola lista e esprimere al massimo cinque preferenze. L’unica certezza che si ha sin da ora è che il parlamentino che uscirà dalla consultazione sarà più tinto di rosa, visto che tutti i gruppi hanno rispettato il principio della parità di genere candidando lo stesso numero di uomini e donne.

I nomi noti al di fuori dell’ambiente giudiziario sono pochi. E senz’altro il più conosciuto è quello di Piercamillo Davigo. L’ex dottor Sottile del pool Mani Pulite, da anni consigliere in Cassazione, è il leader di Autonomia&Indipendenza, l’ultima nata tra le correnti, da una scissione di Magistratura Indipendente, il gruppo più moderato delle toghe e legato al sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri. Sul peso di Davigo nella categoria conta il nuovo gruppo per conquistare la leadership dell’Anm. Con lui in lista c’è Ignazio De Francisci, appena nominato Pg di Bologna, e che all’inizio della carriera a Palermo ha fatto parte dello storico pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma c’è anche Manuela Comodi, che è stata uno dei pm del processo di Perugia sull’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher.

Magistratura Indipendente – che vinse le scorse elezioni, ma che è all’opposizione dell’attuale giunta composta da Unicost e da Area – ha candidato invece il gip del processo Telecom Mariolina Pasaniti, il pm veneziano del processo Mose Stefano Buccini e il presidente del tribunale per i minorenni di Bologna Giuseppe Spadaro, al centro di un caso appena qualche giorno fa: l’Anm è intervenuta a sua difesa dopo che il nuovo presidente della Consulta Paolo Grossi lo aveva definito “un giudice che non sa fare il suo mestiere”.

Con Unicost, la corrente di centro delle toghe, è invece in campo uno dei pm del caso Ruby Antonio Sangermano, ora procuratore a Prato.

Area – il cartello elettorale che vede insieme da anni Magistratura democratica e il Movimento per la giustizia, i due gruppi di sinistra – ha messo in lista Luigi Orsi, pm del processo Fonsai e appena nominato componente della Commissione incarica dal ministro Orlando di riformare la disciplina della responsabilità amministrativa delle società per contrastare e prevenire la criminalità economica. Ed anche Luca Poniz, il sostituto procuratore milanese titolare dell’ultima inchiesta su un presunto giro di tangenti al Comune, e Manuela Fasolato, pm nel processo sulla centrale Enel di Porto Tolle, che si è concluso in primo grado con la condanna degli ex Ad Franco Tatò e Paolo Scaroni.