Agrigento, Sagra del Mandorlo in Fiore: “Siamo alle solite…”

Una lettera aperta sulla Sagra del Mandorlo in Fiore e sulla sua organizzazione è stata inviata agli organi di informazione dall’operatore culturale e direttore della rivista Sposachic Magazine, Enzo Abate.

“Come fervente estimatore della Sagra, per la passione e la mia lunghissima esperienza, attiva da ben oltre 45 anni, in tema di folklore e tradizioni popolari, desidero esprimere un parere su come alcuni coordinatori che certamente privi di una qualunque pratica esperienza maturata non soltanto nell’ambito folklorico ma anche in quello organizzativo della Sagra, stanno gestendo la manifestazione di quest’anno.

La Sagra del Mandorlo con il suo Festival Internazionale del Folklore è stata da sempre considerata come la manifestazione più importante di Agrigento e sebbene in passato le risorse economiche disponibili erano piuttosto ampie, la crisi economica che viviamo ormai da oltre un lustro, ha fatto si che anno dopo anno il budget fruibile si sia assottigliato notevolmente. Pertanto siamo passati dai miliardi disponibili ai tempi della lira ai circa centottanta mila €uro della scorsa edizione. Anche quest’anno inizialmente si prevedeva una disponibilità addirittura più esigua dello scorso anno, ma poi secondo notizie e informazioni di stampa, il provvidenziale intervento economico del Parco Archeologico sembrerebbe che abbia fatto levitare le fonti disponibili a oltre trecentomila €uro. Cifra questa ben più ampia rispetto a quella degli anni passati.  Senza volere essere Cassandra dando giudizi su come alla fine sarà la manifestazione è pur chiaro che già vi sono tre evidenti lacune che esprimono una palese impreparazione organizzativa.

Il costo di una tensostruttura inagibile; un’inesistente promozione pubblicitaria; la mancata pianificazione di adeguati strumenti cartacei atti a diffondere ad ampio spettro la manifestazione.  Sulla tensostruttura inagibile e sul suo costo sarebbe utile approfondire come questo appalto è stato affidato, da chi è stato proposto, se è stato un affidamento diretto o con gara d’appalto e se sono state previste delle penali sull’eventuale non disponibilità al suo naturale utilizzo, paradossalmente rivelatosi poi reale. Questo perché lo svolgimento degli spettacoli al Teatro Pirandello ha apportato degli ulteriori costi non previsti come Vigili del Fuoco, straordinari delle maestranze comunali, energia elettrica, ecc. che certamente graveranno sul bilancio finale delle uscite.

Sulla promozione pubblicitaria dell’evento è evidente un paradosso che purtroppo spesso si ripresenta puntualmente quando la gestione è affidata a persone senza la dovuta esperienza. La Sagra 2016 è iniziata giorno 11 febbraio, il Festival Internazionale del Folklore “ I Bambini del Mondo” è finito e i manifesti con il programma dettagliato dell’intero evento sono stati affissi giorno 17 febbraio. . Una madornale carenza organizzativa per nulla giustificabile che evidenzia quanto sprovveduti e impreparati sono gli addetti ai lavori.

Altro punto fondamentale legato all’importantissima operazione che è la promozione pubblicitaria della manifestazione è il non avere programmato delle risorse, anche minime, per la realizzazione della pubblicazione L’InformaSagra”. Un importantissima produzione editoriale che da vent’anni è la memoria storica della Sagra e che prodotta in ventimila copie veniva distribuita gratuitamente ai turisti, negli hotel, nei ristoranti e nei luoghi dove si svolgevano gli spettacoli. L’InformaSagra è sempre stato uno strumento promozionale di notevole spessore qualitativo diventato un valore aggiunto come pubblicazione ufficiale della manifestazione stessa e che aveva una ricaduta pubblicitaria sul territorio per l’intero anno. Mi fa specie che, i vari “deus ex machina” della manifestazione, non abbiano compreso l’importanza di intervenire anche su questa lacuna organizzativa, Fatto ancor più grave visto che era stato proposto di realizzare la 21^ edizione di questa pubblicazione con la Sagra 2016 e tale proposta non è stata presa in considerazione. Evidentemente la loro competenza in termini di promozione e lungimiranza ha fatto ricadere quell’investimento economico in qualcosa di più importante.

Purtroppo chi è poco avvezzo ( o forse sarebbe meglio dire che non lo è per nulla ) all’organizzazione di tali eventi non può comprendere questi importantissimi aspetti. Tuttavia quello che mi fa riflettere è però un ulteriore paradosso: e cioè che sembre ebbe (il condizionale lo metto per forma ma la certezza è garantita) che le persone che quest’anno hanno avuto l’incarico di gestire la Sagra 2016 o gli aspetti più importanti di essa, sono le stesse che nel corso della loro esistenza ne sono state sempre lontanissime e che nulla hanno mai avuto a che fare con il variegato panorama organizzativo della Sagra e del folklore in genere.

Credo piuttosto che l’uomo a volte si innamora del desiderio di interpretare ruoli e incarichi di cui in realtà non ha nessuna competenza e se le circostanze lo permettono si autoproclama competente anche se poi i fatti ne evidenziano le incapacità. Per essere più chiari è come se una persona appassionata di leggi, codici civili e penali pretendesse di fare l’avvocato senza averne le dovute competenze o chi perché voglioso di fare il manager o il direttore di un ente, arrogasse la pretesa di dirigere una data azienda.

In conclusione, credo che ad alcuni di questi organizzatori necessiti un bagno di umiltà che serva a farli riflettere sulla opportunità di ritornare alle proprie professionalità e lasciare l’organizzazione della Sagra a chi ne ha veramente le competenze e una conclamata esperienza dimostrata nel corso degli anni”.