Omicidio di Teresa e Trifone: ecco il contenuto delle chat anonime su Facebook

Il settimanale Giallo ha rivelato il contenuto delle chat integrali intercorso in un certo lasso di tempo e che sarebbero state effettuato attraverso profilo anonimo di Facebook dietro al quale si celerebbe proprio uno degli arrestati per il delitto dei due fidanzati, Trifone Ragone e Teresa Costanza, assassinati in un parcheggio di Pordenone, cioè il militare Giosuè Ruotolo.

Questo le frasi riportate da Giallo nel suo ultimo numero: “Volevo dirti che il tuo ragazzo si sta vedendo ancora con me”, esordiva “Anonimo”, scrivendo a Teresa, nel corso del primo messaggio inviato via chat su Facebook, nel quale la finta Annalisa invitava la fidanzata di Trifone a prestare attenzione. Teresa rispose solo dopo alcuni giorni, chiedendo al suo mittente una prova di ciò che stesse dicendo. La finta Annalisa parlò di un olio arancione, che lo stesso Trifone aveva in un cassetto quando condivideva l’appartamento con i commilitoni. Di questo oggetto, solo uno dei suoi coinquilini ne era a conoscenza. Anche il nome usato dal finto profilo Anonimo, non sarebbe stato casuale in quanto esiste realmente un’Annalisa, amica del militare ucciso e che era stata presentata da Trifone solo a Giosuè. Anche per tale ragione, i due fidanzati uccisi avrebbero compreso chi fosse la persona che inviava i messaggi a Teresa, insultandola e facendo di tutto per separarla dal suo Trifone, fino all’ultimo messaggio, inviato l’11 luglio 2014, nel quale scriveva: “Ieri pomeriggio ci siamo visti di nuovo: come al solito quando ci devi essere non ci sei mai. Stavolta mi ha minacciata anche in maniera pesante, mi ha detto che mi picchierà a morte. Se solo mi mette una mano addosso denuncio te e lui. Questo è l’ultimo messaggio che ti mando. Vai a quel paese tu e quel pervertito. Non dirgli niente altrimenti succedono casini”. Teresa aveva messo al corrente Trifone sin dal primo messaggio ricevuto su Facebook, al punto da essere intervenuto in prima persona rispondendo ad una delle chat. L’ultima risposta della vittima fu la seguente: “Non capisci che ti stai rendendo ridicola? Ieri pomeriggio siamo stati tutto il tempo a casa…”.