Agrigento, confisca beni a Puntorno, giudice: “Tenore di vita ingiustificato da redditi”

Secondo il giudice estensore dell’atto, Pietro Capello, non è possibile che un capo ultrà che ha dichiarato di guadagnare 2600 euro lordi all’anno tra il 2004 e il 2013 – «redditi lordi molto modesti e decisamente sproporzionati rispetto al tenore di vita» – abbia acquistato questi beni attraverso vie legali. Secondo la corte sarebbe stata la «lunga carriera di trafficante di droga, durata per più di dieci anni», del capo ultrà Juve, che «ebbe a generare i redditi sufficienti ad affrontare gli esborsi per gli acquisti degli immobili e della motocicletta».  Questo scrive il sito del Corriere della Sera relativamente alla confisca dei beni che ha colpito Andrea Puntorno, agrigentino, residente a Torino e leader dei “Bravi Ragazzi”, gruppo ultrà della Juventus. Il sito del quotidiano milanese riporta anche che nei confronti di Puntorno,  condannato in primo grado per droga nel luglio del 2015 a sei anni e sei mesi (e 26mila euro di multa) con il vincolo della continuazione con reati giudicati dalla corte d’Appello di Palermo commessi nel 1998 e nel 1999,  il tribunale ha deciso di disporre anche la sorveglianza speciale per tre anni. Il motivo sarebbe la «pericolosità sociale».