Immigrazione, la Squadra Mobile di Agrigento arresta 2 scafisti

La Polizia di Stato, lo scorso 27 aprile, dopo un’intensa attività investigativa, espletata dalla Squadra Mobile senza soluzione di continuità, ha individuato ed arrestato gli scafisti responsabili della conduzione del gommone, giunto a Lampedusa lo scorso 18 aprile.

Quel giorno sono approdati nell’isola agrigentina 108 migranti, tratti in salvo in alto mare dalla nave “Aquarius”, operante per conto dell’O.N.G. “SOS Mediterranee”; al momento del soccorso erano stati avvistati all’interno del gommone anche 6 migranti già deceduti.

L’attività investigativa è apparsa subito particolarmente complessa, ma il personale della Seconda Sezione della Squadra Mobile di Agrigento, diretta da Giovanni Minardi e dal vice Vincenzo Di Piazza, ha raccolto elementi investigativi ritenuti sufficianti per sottoporre al fermo di indiziato di delitto i senegalesi SAR Seri e ABDOU Diaw, di 24 e 28 anni, ritenuti responsabili della conduzione del gommone dalla coste libiche verso l’Italia.

I due cittadini extracomunitari, secondo gli investigatori della Squadra Mobile, sarebbero altresì responsabili del naufragio dell’imbarcazione e della morte di 28 migranti come conseguenza del trasporto avvenuto in precarie condizioni di galleggiabilità ed in assenza di qualsivoglia condizione di sicurezza. Le indagini della Polizia sono state svolte direttamente nell’isola di Lampedusa, dove opera un’aliquota di personale appositamente distaccata dalla Squadra Mobile della Questura di Agrigento, per il contrasto del favoreggiamento dell’immigrazione irregolare.

Secondo la ricostruzione degli investigatori che, con l’ausilio degli interpreti, hanno sentito i passeggeri del gommone naufragato, l’imbarcazione era salpata il 17 aprile dalla spiaggia libica di Sabratah con a bordo 136 persone. In particolare, un migrante ricordava che, al momento di salire a bordo, aveva sentito contare i migranti dai dai trafficanti libici fino al numero 136.

Considerato che a Lampedusa sono giunti in salvo 108 migranti, la Polizia ipotizza che le persone disperse siano in totale 28.

Dal racconto di alcuni migranti, testimoni della morte anche di propri amici, si è avuta contezza della dinamica del naufragio. In particolare, durante la traversata in mare, molti migranti, alla vista di una grossa imbarcazione che avrebbe potuto trarli in salvo, per attirare l’attenzione, si sono spostati verso la parte anteriore del gommone, sovraccaricando le assi di legno dell’imbarcazione e provocandone il cedimento; da qui l’ulteriore rottura della camera d’aria del gommone che ne ha provocato il graduale sgonfiamento, generando ulteriore panico tra i passeggeri.

Gli ulteriori movimenti non controllati dei migranti, dovuti allo stato d’ansia, unitamente alle cattive condizioni del mare, avrebbero causato la caduta accidentale in mare di alcuni passeggeri; altri, nella concitata situazione sarebbero deceduti per soffocamento poiché calpestati dai compagni di viaggio; altri ancora, avrebbero riportato delle bruciature alle pelle per il contatto con benzina e acqua di mare e non resistendo si sarebbero tuffati in acqua, senza però riemergere.

Anche alla vista della nave Aquarius, per raggiungere i battelli di salvataggio, tre migranti si gettavano in mare; uno dei tre riusciva ad essere tratto in salvo, mentre gli altri due si inabissavano completamente, annegando sotto gli occhi dei soccorritori. Gli stessi soccorritori, al momento del salvataggio, notavano al centro del gommone sgonfio, i corpi di sei cadaveri, che però non riuscivano a recuperare, poiché l’unità si sgonfiava completamente portando con sé, in fondo al mare, i migranti deceduti. Grazie alla collaborazione di alcuni superstiti, gli investigatori della Squadra Mobile sono giunti all’identificazione dei due scafisti, riconosciuti tramite ricognizione fotografica.

Gli scafisti, sono rimasti presso l’Hot Spot di Lampedusa, tra gli altri migranti, fino alla giornata dell’arresto, data in cui era previsto il trasferimento in nave di molti di essi da Lampedusa a Porto Empedocle. Proprio allo scalo di Porto Empedocle, però, ad attendere i due senegalesi vi era il personale della Squadra Mobile di Agrigento che, per evitare la fuga dei due scafisti, ha proceduto al fermo di indiziato di delitto.