Il consigliere Hamel chiede l’immediata definizione del Prg di Agrigento

Nella sede del Centro servizi al cittadino il consigliere comunale Nello Hamel  ha

La conferenza stampa di Nello Hamel

presentato alla stampa il ricorso in autotutela per chiedere l’immediata definizione del Piano regolatore generale di Agrigento e all’approvazione delle prescrizioni esecutive.

Il ricorso è indirizzato al sindaco di Agrigento, al presidente del Consiglio comunale, al dirigente del settore urbanistica e richiama la responsabilità diretta di dette funzioni per gli ulteriori ritardi ed eventuali omissioni  nella cura degli adempimenti di approvazione definitiva del Prg.

Il ricorso, sottoscritto da cittadini vessati dalla tassazione sulle aree edificabili è stato trasmesso anche all’assessorato regionale Territorio e ambiente e per conoscenza alla Procura della Repubblica di Agrigento. Non è la prima volta che Nello Hamel interviene sulla definizione del Prg di Agrigento e basterebbe valutare il significato della sua recente  uscita dalla maggioranza per capire il grado di criticità raggiunto dal nostro Piano regolatore.

“ E’ una situazione paradossale – ci ha precisato – questa del Comune di Agrigento. Noi abbiamo un Prg che dura da circa vent’anni, c’è l’ultimo atto da andare a completare che sono le prescrizioni esecutive che già sono arrivate nel marzo 2013 e ancora è tutto fermo e congelato. Abbiamo una ingiustizia gravissima di migliaia di persone che  pagano la tassazione sulle aree edificabili e non hanno la possibilità di edificare, cioè una contraddizione in termini, un assurdo. Poi abbiamo una economia soffocata perché se si mettesse in moto il Prg avremmo numerosi posti di lavoro, risorse enormi sprecate. Anche il Comune incasserebbe milioni di euro a fronte di una classe politica assente rispetto a questi problemi che non si attiva per verificare a che punto si è arrivati e non cerca di trovare una soluzione che oggi è diventata sempre più indispensabile per la economia della città.  C’è poi l’inchiesta della Procura della Repubblica che è un problema grande ma nello stesso tempo semplice nel senso che l’attività giudiziaria è sempre legittima, giustificata e deve essere portata avanti però sono convinto che la magistratura non ha alcun interesse a tenere ferma la vita economica della città di Agrigento. Il sindaco potrebbe interloquire col procuratore e cercare di trovare un punto di intesa che consenta di sbloccare la situazione. Bisogna tirare fuori dal Prg tutte quelle situazioni non chiare e fare assumere responsabilità a tutti coloro i quali sono competenti per portare avanti il Prg. Il sottoscritto e altri consiglieri comunali e sostenitori di una iniziativa che cerca di individuare le responsabilità, se ci sono, di carattere civile. Resta il paradosso di 406 alloggi che non si possono realizzare e non si riesce a chiudere questa partita. Tutto questo merita una chiarezza di comunicazione assolutamente comprensibile ed ognuno deve assumersi le proprie responsabilità”.

In controcampo a queste sue parole ieri abbiamo partecipato ad una conferenza stampa del sindaco Firetto normalmente trionfalistica. Visto che non ci sono confronti diretti (come un tempo si usava soprattutto in tv) tutto si colora di  giallo.

Ma i problemi del lavoro continuano a rimanere più importanti insieme ai problemi della povertà, problemi di una città che non ha respiro finanziario che le consenta di fare qualcosa. E allora se non si affrontano le grandi problematiche che guardano la vita futura di questa città non si possono fare trionfalismi perché non si è fatto nulla di nuovo di diverso e solo realizzare un vaso in più o tappare una buca che certo è importante, ma non è questa la soluzione dei problemi della città perché di buche ce ne saranno altre mille. La gente muore di fame, non c’è una prospettiva di lavoro possibile se non quella collegata al Prg e all’edilizia. E allora perché non concentrarsi al 100% su queste cose? Perché non dare una risposta, è questa la cosa più grave, a quella gente che ha il diritto di avere questa risposta? Se ci sono responsabilità, se ci sono state manovre dilatorie, vengano accertate, chi ha la delega a questo settore non può sottrarsi alle responsabilità”.

A quella conferenza stampa di ieri era presente l’assessore al Bilancio, Amico. Anche se arduo trovarvi soluzioni lei ha notizia di un qualche tentativo di “risanamento”, parola che si ritiene sempre molto azzardata?

“Il bilancio nella città di Agrigento è cosa assai complessa. Anche questo deve far riflettere la gente, per esempio l’amarezza che nella campagna elettorale 2007 quando mi ero presentato come candidato sindaco, avevo prospettato un programma di risanamento finanziario che non poteva non essere a medio e lungo termine che avrebbe consentito di spalmare il debito nell’arco di una ventina di anni e amministrare la città secondo le sue esigenze. Non si è potuto fare e oggi con gli interventi del governo nazionale si sta verificando la stessa cosa però in termini negativi, nel senso che i debiti dei comuni vengono spalmati su trent’anni perché poi ogni anno andiamo a pagare un milione e mezzo di euro di debiti. Se si fosse pensato allora a questa cosa ci sarebbero state delle condizioni non solo per pagare i debiti ma per recuperare finanze e potere lavorare. Oggi le cose possibili sono la ricerca di risorse finanziarie perché la tassazione è arrivata al massimo con costi insostenibili per la comunità, risorse innovative che sono legate come abbiamo detto al Prg e poi alla riorganizzazione del sistema del turismo, delle attività economiche del comune di Agrigento per fare in modo che attraverso un canale indiretto, diciamo, determinino risorse finanziarie. Penso alla concessione di aree, utilizzo di immobili, a tutte quelle cose che ritengo potrebbero diventare una risorsa. Oltre questo ci sono i sacrifici che sono richiesti alla povera gente”.