Mafia: sequestro a manager Messina Denaro, duro colpo a ‘Spa’ boss (vd)

Il sequestro anticipato di beni, per un valore di 3 milioni di euro, è stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani nei confronti del partannese Giovanni Domenico Scimonelli, ritenuto tra gli uomini più vicini al boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro. Il provvedimento è stato emesso alla conclusione delle indagini condotte congiuntamente dagli uomini della Divisione Anticrimine della Questura e dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Trapani. Scimonelli è noto alle cronache giudiziarie perché fu arrestato, nel 2015, nell’ambito dell’operazione “Ermes” condotta dalla Polizia e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo. Considerato tra i fedelissimi di Matteo Messina Denaro, sarebbe stato tra coloro che hanno garantito la ricezione e il recapito della corrispondenza del boss contenente le sue direttive.

Le indagini hanno evidenziato come Scimonelli gestisse, tramite prestanome, come la sua convivente e familiari della donna, alcune società come la Occhiodisole srl, la Esse Immobiliare srl, e due punti vendita della catena di supermercati Despar di Partanna e Gibellina. Giovanni Domenico Scimonelli si trova attualmente in carcere, condannato a 17 anni, nell’ambito dell’operazione “Ermes” e, nel dicembre 2015, è stato accusato di essere l’ideatore e il mandante dell’omicidio di Salvatore Lombardo, avvenuto nel 2009 davanti ad un bar di Partanna: l’uomo venne “punito” per aver rubato un furgone con a bordo merce di proprietà di Scimonelli.

Il sequestro preventivo ai fini della confisca riguarda, in particolare, 8 beni immobili, 5 tra auto e altri mezzi, 4 società, 15 tra conti correnti e rapporti bancari.

Secondo le indagini Scimonelli era il raccordo tra la compagine mafiosa e il latitante, agendo attraverso l’imposizione di tangenti nei confronti di imprenditori che si aggiudicavano le gare d’appalto. E’ presente una notevole sperequazione nei conti di Scimonelli, condizione che ci ha convinti del nostro operato”. Parte dei beni, gia’ nel novembre 2015 erano rientrato in un sequestro preventivo, ma “quello odierno – dice Oriana Tubia, della Divisione Anticrimine –  prevarra’ sul precedente”. Gia’ coinvolto nel 1997 nell’operazione Progetto Belice, Scimonelli negli ultimi mesi e’ rientrato nel mirino degli investigatori per alcuni conti correnti operativi in Svizzera. L’uomo avrebbe utilizzato numerose carte di credito con matrice estera. “Durante le indagini abbiamo segnalato oltre dieci presunti prestanomi – dice il tenente Lanza Vincenzo del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza – rilevando ad esempio la condizione finanziaria della prestanome che a fronte di un cospicuo patrimonio intestato non aveva riferimenti ne’ rispetto al passato ne’ rispetto al suo stile di vita”. Tra i beni sequestrati, quindici conti correnti intestati in Italia e quattro societa’: l’azienda individuale, il complesso aziendale Superal srl (che gestisce un supermercato a Partanna), Occhiodisole srl, Esse Immobiliare srl (che gestisce due punti vendita Despar, tuttora operativi). Adesso verranno gestiti dallo Stato attraverso gli amministratori giudiziari.

Scimonelli, che ricopre un ruolo di spicco all’interno della cosca mafiosa di Partanna, per gli inquirenti e’ anche un anello cruciale della catena dei pizzini che conduce a Messina Denaro. Il manager, infatti, era impegnato non solo a gestire gli affari dei suoi supermercati Despar e della sua azienda vinicola, la Occhiodisole srl, ma anche ad incontrare i boss mafiosi, con i quali scambiava i bigliettini con gli ordini del latitante. L’operazione ‘Ermes’ condotta dalla Polizia di Stato, lo aveva individuato proprio tra quei fedelissimi del capomafia castelvetranese, incaricati di recapitare e a ricevere la corrispondenza del ricercato, non solo allo scopo di agevolare il mantenimento del suo stato di latitanza, ma anche per assicurare la trasmissione di direttive di indubbia rilevanza per gli scopi di Cosa nostra trapanese. Nel dicembre del 2015. Pertanto, in questa prima fase, ai fini dell’applicazione della misura personale e patrimoniale, e’ stato ottenuto dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione, il sequestro, ai fini della confisca, nel dettaglio di 8 beni immobili, 5 beni mobili registrati (autovetture, furgoni, mezzi meccanici), 4 societa’ e una partecipazione in altre societa’,15 tra conti correnti e rapporti bancari.