Giuseppe Burgio, operazioni finanziarie fasulle per fregare il prossimo; Unicredit nel mirino. Soldi nascosti all’estero?

La storia di Giuseppe Burgio è ambigua tanto quanto il procedimento che oggi lo coinvolge, denominato “Discount”.
Una distrazione di beni che ammonta a 50 milioni di euro, una bancarotta fraudolenta che a memoria non ha eguali nella storia agrigentina.
L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza di Agrigento, muove i primi passi tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012. Anzi, come detto in conferenza stampa dalla Pm Brunella Sardoni, si può affermare che l’anno cruciale sia proprio il 2012. Una storia che poggia le sue fondamenta in un contesto sociale ed economico di pura crisi, come quello agrigentino, e che ha permesso dunque il protrarsi, assumendo dimensioni di tale portata, sostanzialmente per due ragioni: una compiacenza sociale ed una bancaria.
E’ indubbiamente decisivo l’intervento di istituti bancari, come l’Unicredit, per alimentare e tenere ancora in vita un meccanismo del genere. Per tale ragione, gli inquirenti stanno svolgendo indagini parallele per individuare i responsabili e le motivazioni che hanno portato una banca a sospendere gli addebiti del Burgio, in almeno 145 operazioni relative ad assegni bancari, risultando dunque come una specie di “finanziamento anomalo” che gli permetteva di proseguire l’attività dell’impresa, occultandone ed aggravandone il dissesto in corso, incrementando l’ingente danno ai creditori e determinando il successivo fallimento. Le indagini che hanno per oggetto Giuseppe Burgio finiscono, inevitabilmente, per concentrarsi sull’istituto bancario che per la Procura, inspiegabilmente, ha permesso di fatto la possibilità al gruppo imprenditoriale di continuare le proprie attività. Dunque, come anche spiegato all’incontro con i giornalisti dal procuratore Luigi Patronaggio, parallelamente a questa vi è un ulteriore indagine che riguarda i funzionari dell’istituto Unicredit. Proprio su questa banca, che fu Banco di Sicilia, le Fiamme Gialle concentrano i propri sforzi. Vengono  passate al setaccio tutte le carte, i documenti e le posizioni degli operatori Unicredit relativi al Gruppo Burgio.

Intanto nella prosecuzione delle indagini si va a caccia anche del tesoro nascosto di Burgio. I famosi 13 miliioni di cui hanno parlato i magistrati che si occupano dell’inchiesta. Una parte dei conti sarebbe stato individuato ma la stragrande maggioranza ancora no. Si ipotizza possa essere “nascosto” in qualche banca di qualche paese estero.

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