Al Circolo Empedocleo di Agrigento la lezione teatrale di Eduardo De Filippo

ntonio Zarcone
Eduardo De Filippo in un video clip
Fantauzzo, Gramaglia e D'Aleo in L'amicizia
Francesco Naccari regista di Pericolosamente
Il presidente dell'Empedocleo Adamo e Mario Gaziano
Un momento dello spettacolo
Un momento di Pericolosamente
Una scena de L'amicizia

Il “Posta Vecchia” e il Circolo Empedocleo sono già al secondo appuntamento teatrale in netto anticipo sul cartellone del Teatro Pirandello e visto il tutto esaurito di spettatori bisognerebbe chiedersi se uniscono di più gli agrigentini questi due teatri  o il “Pirandello” col suo cartellone.

La perplessità è antica e risale fin dai tempi del sindaco Sodano a cui si deve la riapertura del nostro teatro dopo oltre trent’anni di chiusura.

Utilizzato come fiore all’occhiello o come ”instrumentum regni“ nella neonata Seconda Repubblica, oggi dura a morire, anche il sindaco Firetto lo ha circondato di una stantia aura sacrale buona per èlites che male avevano digerito la scomparsa della Settimana pirandelliana che allora raccoglieva i consensi e la partecipazione della piccola borghesia agrigentina.

Il teatro estivo del Kaos costituiva un ritrovarsi, un riconoscersi della comunità senza troppe distinzioni di ceto, i grandi attori nazionali si affiancavano a quelli locali in un momento di straordinaria crescita di conoscenza, di affinamento del gusto per i frequentatori. Fallimenti per le scelte culturali il “Teatro Pirandello” ne ha sempre sofferto perché la politica o è furba “pro domo sua” oppure è sempre  “etimologicamente ignorante”.

Per esempio un’ultima grande sofferenza l’ha subita la scrittrice Dacia Maraini alcune sere fa quando nel “Teatro Pirandello” si è vista circondata da appena ottanta spettatori, tecnici compresi, per una iniziativa imposta dall’alto di un  regionalismo vittima della “cappa andreottiana” che avvolge e avvolgerà ancora la nostra isola.

Se la “Strada degli scrittori” dev’essere ancora completata e inaugurata (prima che il cemento depotenziato se la porti via) su un altro versante di metafora, il tradizionale granaio siculo è quasi vuoto ormai, tutto è stato depredato e ha ragione il Buttafuoco di “Buttanissima Sicilia” quando suggerisce ai “grillini” se mai dovessero andare al governo siciliano, di dichiarare il default e ricominciare da capo.

Si ripensava a tutto questo l’altra sera al “Circolo Empedocleo” che nell’ambito del suo teatro da camera ha proposto due atti unici di Eduardo De Filippo: “Pericolosamente” e “L’amicizia”, messe in scena con grande passione interpretativa  che ha raccolto i giusti applausi di una platea al completo, però  devo confessare che molto di più mi ha impressionato un video clip su Eduardo che il direttore artistico Mario Gaziano aveva preparato.

Tra lo scorrere delle immagini e delle canzoni napoletane apparivano brevi frasi “canoniche” dello stesso Eduardo: ”Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri nella vita recitano male”; “A’ vita è tosta e nessuno t’aiuta o meglio cce sta chi t’aiuta, ma una volta sola, pe’ potè di’ t’aggio aiutato”; infine l’ultima frase, enorme quanto un Concilio Vaticano: ”L’uomo non è cattivo, ha solo paura di essere buono”.

Queste frasi io le invierei via sms al sindaco Firetto, al Consiglio comunale che viene lasciato ad “abbaiare alla luna”, a Sebastiano Lo Monaco direttore artistico, al presidente della Fondazione, Gaetano Aronica fresco premiato del Premio Buttitta per il teatro anche se Aronica ha fatto più fiction televisive che teatro.

Infine  un sms lo digiterei al presidente della Commissione spettacoli Pasquale Spataro che l’anno scorso ci diceva di non gradire il teatro e quindi di non andare a teatro. Lui, presidente della Commissione spettacoli, ha optato l’altro giorno  per Forza Italia in maniera “spettacolare”.

La cronaca della serata dell’Empedocleo ci obbliga a rendere omaggio al sestetto degli attori che a loro volta hanno omaggiato Eduardo De Filippo: Franco Colletti, Maurizio Fratacci e Marianna Ragusa per “Pericolosamente” regia di Francesco Naccari e per “L’Amicizia” Maria Fantauzzo, Giuseppe Gramaglia e Calogero D’Aleo diretti da Felice Catalano.

Antonio Zarcone ha rievocato in lingua siciliana con voce e chitarra, le vecchie e sempre nuove canzoni napoletane.

Il prossimo appuntamento col Teatro da Camera è fissato per il 15 dicembre.