Agrigento: un libro fa discutere su Islam e occidente

Promosso dal club “Empire” è stato presentato nella Biblioteca comunale di Agrigento il libro di Pasquale Hamel e Giovanni Tessitore “Islam – Occidente. La notte della Ragione”.
Scritto a quattro mani, gli autori puntano l’attenzione sulle grandi civiltà che stanno entrando in conflitto nello scenario mondiale.
Scontro di civiltà l’aveva definito Berlusconi circa vent’anni fa e fu subito subissato di critiche. Che oggi si rivelano perlomeno ingiuste. Ne abbiamo parlato con i due autori
Hamel, cosa riprende il libro da questa prima ipotesi di “scontro” che allora fece discutere?
“Intanto il tema dello scontro di civiltà Berlusconi lo ha ripreso da un altro importante studioso, lo Huntghinton che circa venticinque anni fa scrisse un saggio sullo scontro di civiltà affermando che nel momento in cui erano caduti i muri di Berlino, sembrava che tutto dovesse essere tranquillo, in realtà nasceva qualcosa di più complesso. E cioè civiltà che fra di loro sono incompatibili per alcuni aspetti. Questa era l’idea dell’autore che contrastava Fujiama che aveva scritto “La fine della storia. Noi non entriamo nel merito dello scontro ma poniamo una serie di questioni, di dubbi e cerchiamo di capire come si evolve questo meccanismo. Ci siamo occupati dell’Islam di cui purtroppo abbiamo una conoscenza fatta di luoghi comuni, di informazioni giornalistiche che non rendono l’essenza di questo sistema complesso. Abbiamo cercato di vedere da due punti di vista, quello teorico per capire da cosa nasce l’Islam e quali sono i fondamenti e dall’altro lato, Giovanni Tessitore si è occupato del problema specifico, cioè di quello che oggi interessa tutti, il terrorismo islamista. Quindi un libro problematico che non offre soluzioni definitive ma delle coordinate, delle categorie di lettura per una corretta interpretazione del fenomeno”.

Nello Hamel, Giovanni Tessitore e Pasquale Hamel
Pasquale Hamel tra il pubblico intervenuto
Un momento della presentazione

Questa temperie che si è creata oggi, sembra costringerci a pensare che ne “rimarrà uno solo” o saremo capaci di trovare forme di mediazione e corresponsabilità per i destini del mondo?
“Noi viviamo in un mondo globale che comporta l’incontro fra culture e civiltà. In una ipotesi ottimistica e in un futuro sicuramente si troveranno delle soluzioni per convivere, però occorre tenere presente che allo stato queste soluzioni vengono difficili da individuare perché ci sono concezioni culturali diametralmente opposte e diverse. Significa anche che bisogna dividere l’islamico pensando pure agli uomini di buona volontà che ci sono e arrivano a convivere nella realtà in cui si trovano. Ritengo che in un futuro prossimo troveremo soluzioni senza conflitto”.
Prof. Tessitore, allora, sempre fiducia negli uomini di buona volontà?
“Vorrei prendere le mosse dalla sua prima affermazione su scontro di civiltà. Noi non vogliamo parlare di scontro ma del dolore di un mancato incontro che ha generato e rischia di generare una collisione. Il mancato incontro è dovuto alla difficoltà di trovare fra due galassie non due mondi, perché quella islamica da un lato e quella occidentale dall’altra non sono due semplici mondi perché al loro interno ci sono realtà completamente diverse. Tra queste due galassie non si è ancora creato un linguaggio comune, quindi più che uno scontro si è venuto a creare un mancato dialogo dal quale purtroppo è emersa una condizione, cioè il rischio di una deflagrazione violenta. Oggi è quello che paventiamo e auspichiamo che si possa trovare un linguaggio comune per un dialogo senza il quale non riusciremmo a fare nulla”.
Siamo sempre lì, alla speranza e alla volontà buona.
“Speranza perché nella mente occidentale c’è il collante della laicità e della tolleranza, insieme ad altre cose positive e negative che la storia ci ha trasmesso. Anche gli errori sono stati al servizio della nostra crescita. Però questo nostro linguaggio non trova talora, un interlocutore dall’altra parte perché il problema di fondo è quello della difficoltà della galassia islamica di declinare e conoscere la storia come fattore di trasformazione della società e della religione, anche. Personalmente sono ottimista perché ho fiducia nell’uomo. Sono sicuro che non ci saranno né vincitori né vinti, con il rischio che ci saranno solo sconfitti. Se ci saranno vincitori ci sarà la vittoria di tutti”.

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