Prendere o lasciare, c’è poco da discutere con Cechov e Ionesco protagonisti del quarto appuntamento col “Teatro da camera” promosso dal Circolo Empedocleo di Agrigento e dallo Stable Festival di Mario Gaziano.
E le “scene da un matrimonio” di ambedue i commediografi ci confermano, a fronte delle crisi d’oggi, quanto siano state premonitrici le loro “sequenze” matrimoniali tra sarcasmo e umorismo grigionero.
Ionesco non è nuovo alle scene agrigentine, già l’anno scorso si era visto un duetto ioneschiano in “Delirio a due” portato in scena da Lia Rocco al Teatro della Posta vecchia, per non parlare de “Il re muore” di alcuni decenni fa con Giovanni Moscato, Maria Perez e la regia di Pietro Seddio.
Questo per dire che la vivacità teatrale non l’ha inventata Grandangolo ma che a questa vivacità il giornale sta cercando di renderle giustizia. E’ chiaro che non scherza neanche Cechov col suo apparente sentirsi estraneo alla realtà e se ne è visto una “tranche” l’altra sera nei dialoghi de “L’orso” per la regia di Antonio Garufo che lo ha interpretato con Rosaria Leto.
Dialoghi tratti da atti unici, piccoli ma significativi “spicchi” di umorismo tra irrealismo e realismo, come ci ricordano gli organizzatori Giuseppe Adamo e Mario Gaziano, raccolti in quella vasta gamma teatrale e letteraria che va da Cechov all’umorismo dell’assurdo del primo novecento dove Ionesco campeggia tra gli altri.
Oggi dinanzi a quelle sequenze teatrali si sorride, come ha fatto consapevolmente il pubblico numeroso che affolla queste rappresentazioni. La cronaca ci ha assuefatti a ben altre “smorfie”, e se tutto qui rimane attutito è merito probabilmente dell’involucro con cui Gaziano ha avvolto l’intero evento.
Un rivestimento di “atmosfere russe” con Irina Zobacheva che ha cantato arie russe e siciliane accompagnata dalla chitarra di Tonino Migliaccio e dalla fisarmonica di Giovanni Celauro. Vi sono stati affiancati intermezzi di danza con la Scuola di ballo Lunarossa di Simona Vita e Fernando Cinquemani con Caterina e Nicola Barberi, Luca Agrò e Alessia Crapanzano. Collaborazione artistica di Andrea Cassaro, Maria Grazia Castellana e Giugiù Amato.
Prossimo appuntamento del teatro da camera riservato a Leonardo Sciascia per la fine di febbraio.