Agrigento, donne in satira al “Teatro da camera” dell’Empedocleo (ft)

Continuiamo a pensare, come si diceva un tempo, che occorrono quattro assi e un guitto per fare teatro.
Anzi, spesso non c’è bisogno dei quattro assi, basta un “guitto” ed è subito teatro “di strada”. Che poi per strada o nei palazzi si incontrino teatranti “a loro insaputa”, questa è un’altra delle storie che ci tocca valutare o tollerare. E comunque, magari con un po’ di fair-play, ci si può divertire evitando “succuzzuma e torcimento di budella” tanto per citare le lamentazioni di Ciampa.
E così bastano due pedane improvvisate, un saloncino “borbonico” dell’Empedocleo affollato della “complicità” degli spettatori ed è subito teatro. “Da camera” stavolta, con tre attrici, un attore e uno chansonnier per riproporre un teatro specialistico e aperto sul mondo che consente al contempo di comprendere le mutazioni della società (anche agrigentina) e di non rinchiudersi in una riserva. “Di caccia”, come “Fondazione Pirandello” suggerisce e comanda.
Quello che ci riserva il “Teatro da camera” di Giuseppe Adamo e Mario Gaziano giunto al suo penultimo appuntamento, è una rivendicazione che non scansa il confronto col teatro che vive (che è vita, come ciascun sa) senza prescindere dalle domande del passato ma considerando il teatro (o una semplice pedana) un luogo privilegiato dal quale guardare la società, nella fattispecie agrigentina.
Ed ecco l’altra sera precipitare sul pubblico una raffica di satira, di detti e di aforismi che va da Flaiano, a Luciano Folgore, a Fortini e altri magnanimi, con protagonisti Luisa Lo Verme (La moda e i dolori), Maria Grazia Castellana (Ballata dell’amor sincero), Maria Fantauzzo (Amore e famiglia allargata), Lillo D’Aleo (I miei anni 50), la poetessa Stella Camillieri (Ode semiseria della donna affermata) che qui non canta i suoi “pizzini d’amore avvelenato” a Matteo Messina Denaro ma “le manda a dire” a noi e a se stessa.

Stella Camillieri
Lillo D'Aleo
Lillo D'Aleo
Luisa Lo Verme
Maria Fantauzzo
Maria Grazia Castellana
Maria Grazia Castellana
Tra gli spettatori il montalbaniano Giugiù Gramaglia e lo scrittore D'Ottavio
L'affollato salone del Circolo Empedocleo

Tutti attori (che qualche ora prima avevano svolto i lavori di casa) divertiti e compiaciuti di una satira da levar la pelle a tutti i teoremi sociologici. Né poteva essere altrimenti visto che erano firmati da autori di quel calibro che abbiamo accennato.
Lo chansonnier Tonino Migliaccio, impagabile in questi siparietti, ha fatto del suo meglio per addolcire il “veleno dell’oleandro” e ci riesce mandandoci a casa coi ritornelli di intramontabili canzoni.

Tonino Migliaccio


A fine aprile ultimo appuntamento del “Teatro da camera” con un omaggio a Pirandello. Omaggio che già gli attori dello “Stable festival” hanno portato a Malta in maniera autonoma e probabilmente a Pechino e in altre città europee così come è stato loro richiesto.
testo e foto di Diego Romeo

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