Agrigento: la vedova si fa aspettare ma è sempre allegra

La vedova allegra, momento dello spettacolo

Siamo al giro di boa della stagione teatrale del “Pirandello” e da questa “Vedova allegra” in poi avremo l’usato sicuro, visto e rivisto negli anni passati: Il consiglio d’Egitto, Memorie di Adriano, Pipino il breve, Lumie di Sicilia.

“La vedova” vista l’altra sera è sempre allegra ma si fa aspettare con cambi di scena della durata di una buona mezz’ora. Si accumulano così circa 4 ore di spettacolo che fanno fremere di impazienza gli aficionados dell’operetta che piaceva tanto a Hitler, nonostante i librettisti, Leon e Stein, fossero ebrei.

La vedova allegra, momento dello spettacolo

La vedova allegra, scena dello spettacolo

L’attesa comunque  ripaga gli interessati, la tensione formale e canora c’è sempre con quella valanga di motivetti orecchiabili sotto la doccia e la crudele e feroce satira del clima mitteleuropeo che,  anche con poca fantasia, può essere trasportato ai nostri giorni  europei fallimentari.

Per questo, con altrettanto poca fantasia, l’Hanna Glavari vedova col rischio di sposare uno straniero impoverendo le casse dello stato di Pontevetro, potrebbe diventare la nostra ministro Maria Elena Boschi  che il nostro premier potrebbe far sposare a un  magnate putiniano o a un qualche petroliere degli emirati per sanare il nostro debito all’Europa. Certo, non senza schermaglie e sofferenze, ma ”noblesse obblige” e poi dove la mettiamo, utilizzandola al meglio, la sempre oscura  “ragion di Stato” che ci sta facendo dannare per il caso Regeni.

La vedova allegra, scena corale

Unica delusione le ballerine “grisettes” che se pur di basso ceto sociale come vogliono gli ambienti francesi, sono lontane dai glutei torniti che ondeggiavano sulla scena dell’Ambra Iovinelli e che gli anziani in platea ricordavano perfettamente. Complice il valzer lento di Lehar mai come in questa operetta le finanze dissestate sono immolate sull’altare di un feroce cinismo  agghindato di meraviglie architettoniche, pavimenti luccicanti, scalinate sontuose che insegnarono a Wanda Osiris la leggiadria nello scenderle. Solo temperie di ieri?

La vedova allegra, scena

La vedova allegra, scena

La vedova allegra, scena

La vedova allegra, scena

Non ci sembra, ci siamo anche oggi dentro fino al collo. Altrimenti perché avremmo parlato di usato sicuro?

Infatti sono bastati dieci orchestrali diretti da Orlando Pulin, (con partiture strettamente in lingua tedesca come da foto

Pentagrammi in tedesco

) scenografie e costumi come l’operetta comanda, le ugole adeguate di Umberto Scida ed Elena D’Angelo insieme a Spero Bongiolatti, Claudia Munda , Francesco Tuppo e l’esperienza  collaudata in questo campo del Massimo di Palermo che, alla fine, convince persino i puristi.

Le foto sono di Diego Romeo