Agrigento: norme sull’azzardo? Che cosa cambia

Il consiglio comune di Agrigento ha approvato all’unanimità una mozione che impegna il Sindaco e la Giunta municipale ad adottare una serie di norme per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico. Secondo i dati forniti dal consigliere del Movimento 5 Stelle Marcella Carlisi, che ha presentato la proposta approvata nel luglio scorso dal consiglio, nella città di Agrigento nel 2016 si sarebbero spesi in slot machine, scommesse e giochi vari circa 60 milioni di euro, cioè 1.114 euro a testa per ogni cittadino maggiorenne.

Il dato è certamente preoccupante non solo per l’enorme quantità di denaro bruciato al gioco ma anche perché questi calcoli non considerano la spesa generata dal gioco online, settore in continua espansione ma sul quale esistono pochi dati disaggregati per città che rendono piuttosto complicato stabilire quanto abbiano speso gli agrigentini nei casinò virtuali o ai tavoli del blackjack online o del poker. Di certo c’è il dato nazionale che, a proposito di gioco online, parla di più di un milione di euro spesi nel corso del 2016 con una previsione di ulteriore crescita.

Gli interventi previsti dalla mozione vanno dalla richiesta dell’istituzione di un centro d’ascolto che fornisca informazioni, aiuto legale e assistenza ai cittadini che dovessero trovarsi in difficoltà a causa del gioco d’azzardo, all’attuazione di una politica di sgravi fiscali nei confronti di quegli esercenti che s’impegnino a non installare nuove slot machine e apparecchi Vlt (o a rimuovere quelle esistenti). All’interno del settore giochi sono proprio le famigerate macchinette mangiasoldi quelle che fanno registrare la spesa maggiore. Secondo i dati ufficiali circa la metà di quanto è stato speso in gioco nel 2016 è andato a finire in questi apparecchi. E le cifre sono impressionanti: 95 miliardi raccolti da tutto il settore e circa 48 miliardi alle slot equamente divisi tra i vecchi apparecchi e le più moderne e, a detta degli esperti, più pericolose Vlt. Queste ultime infatti permettono di effettuare giocate fino ad un massimo di 10 euro e accettano monete, banconote, ticket di gioco e carte prepagate producendo una raccolta sensibilmente maggiore rispetto alle slot machine tradizionali che generalmente arrivano ad un massimo di due euro a puntata e nelle quali si può giocare solo con le monete.

La mozione chiede poi l’adozione di un regolamento comunale che, tra le altre cose, obbligherebbe il personale delle sale giochi a verificare la maggiore età dei giocatori controllandone il documento d’identità, norma che potrebbe contribuire a limitare la diffusione del gioco d’azzardo nei giovani con meno di 18 anni. Da una recente ricerca pare, infatti, che quasi la metà della popolazione studentesca compresa tra i 14 e i 19 anni giochi più o meno regolarmente d’azzardo e che la possibile incidenza del gioco patologico o problematico in questa fascia d’età arrivi a circa il 10%. Sempre il regolamento comunale dovrebbe poi dettare norme più stringenti sull’ubicazione di sale giochi e centri scommesse non concedendo le autorizzazioni per l’apertura di nuove strutture nelle vicinanze di luoghi considerati sensibili quali scuole, luoghi di culto, centri di aggregazione sportiva, biblioteche, parchi e giardini pubblici, banche, uffici postali e sportelli del bancomat.