Agrigento, tra ZTL e pedonalizzazione: il vero problema è anzitutto culturale

Via Atenea

L’amministrazione comunale di Agrigento, guidata da Lillo Firetto, ha ultimamente convogliato le proprie energie su un tema che, potrebbe sembrare a primo impatto di facile comprensione e, dunque, di altrettanta facile attuazione, ma che in realtà rappresenta una delle problematiche più “fastidiose” da risolvere. Stiamo parlando della scelta di rendere zone del centro cittadino delle vere e proprie isole pedonali, con il divieto di transito per le autovetture. Il processo di pedonalizzazione di suddette zone è cominciato lentamente, così come dovrebbe avvenire quando ci si prefissa tale obiettivo che, inevitabilmente, va a scontrarsi con le abitudini degli agrigentini.  Con poche sorprese, questa scelta portata avanti dal Comune ha spaccato la città che si divide in “favorevoli” all’iniziativa e chi, invece, storce il naso.

UN PROBLEMA CULTURALE. Prima di addentrarci all’interno della questione analizzandone gli aspetti principali bisogna assolutamente partire dalle condizioni preesistenti e dai numeri effettuando magari, laddove lo si ritenga utile, dei parallelismi con altri centri che più somigliano a quello agrigentino, per comportamenti, per modi di fare, abitudini. Il primo aspetto da analizzare e, ahimè, su cui bisogna lungamente riflettere è la resistenza, ardua e continuativa ,  che la maggior parte degli abitanti della Città dei Templi continua ad esercitare sulle proprie abitudini, da sempre condizionate dal trovare la soluzione più facile, più vicina o più “opportuna” in barba alle semplici quanto chiare regole che ci dovrebbe imporre il senso e l’educazione civica. E’ innegabile il dover sostenere che l’agrigentino è storicamente un amante dei mezzi di trasporto privati. Dall’ultimo censimento effettuato dall’Aci, nella sola provincia di Agrigento, è possibile contare quasi 300.000 vetture su una scala di 550.000 abitanti, compresi neonati e anziani. Un numero che già dovrebbe farci riflettere abbastanza e che la dice lunga sulla “passione” degli abitanti nel guidare la propria macchina. Infatti, un primo elemento di attrito, posto in essere dalle scelte dell’amministrazione comunale di pedonalizzare il centro cittadino,  è l’infinita resistenza che il cittadino medio esercita sull’uso della macchina, dalla quale appare legato indissolubilmente. Il problema culturale di cui parlavo in precedenza è , infatti, rappresentato da tutte quelle persone, e sono la maggioranza, che pur eludendo le più semplici regole del codice della strada, fanno un uno smoderato della vettura. Quante volte nel centro cittadino si è assistito a scene con macchine parcheggiate in doppia fila, code infinite, lunghe file dinanzi agli uffici,ai bar, ai negozi ? Il concetto base è tanto chiaro quanto grottesco: l’agrigentino tende sempre a parcheggiare o ad effettuare soste solo ed esclusivamente in prossimità della meta prefissata. Difficilmente si scorgerà un cittadino alla ricerca di un parcheggio regolare, di una ricerca di posti in appositi spazi o in appositi parcheggi, elevando il senso civico come primo interesse e subordinandolo alle proprie priorità che, inevitabilmente e con questo modo di fare, finiscono per condizionare i movimenti altrui.

Il concetto di pedonalizzazione delle strade centrali della Città è in fin dei conti una sfida di cultura lanciata alla cittadinanza. Nel 2015 dovrebbe essere , in effetti, alquanto superato il discutere su analoghi episodi o parlare di pedonalizzazione di alcune parti. In effetti, come la storia e gli episodi insegnano, sono pratiche diffuse da ormai anni nella stragrande maggioranza delle città italiane e , così come nella stragrande maggioranza de casi, ad una debole resistenza iniziale si è sempre contrapposto un buon livello di soddisfazione generale. Si, perché proporre questo nuovo (per Agrigento) modello urbanistico è prima di tutto una sfida culturale, una misurazione dello status. E così come avviene per tutti i drastici cambiamenti, anche in questo caso bisogna valutare i Pro e i Contro di tale iniziativa .

VIA ATENEA DESERTA. Prorogare di due ore la Ztl nella Via Atenea, chiudere la piazza antistante al Municipio, pedonalizzare l’intero Viale della Vittoria, sono scelte teoricamente giuste e condivisibili. Ma, tutte queste azioni, hanno bisogno di alcune caratteristiche per avere un più immediato effetto. Innanzitutto il confronto. Confronto che deve avvenire con i residenti, con i commercianti, con gli albergatori. Il tessuto economico della nostra provincia ci impone di effettuare tali riflessioni e , a primo impatto, sembrano proprio queste ultime categorie le più danneggiate dal provvedimento. Addirittura, si è ricorso ad un’azione di raccolta firme , circa 650, per chiedere di tornare alle vecchie pratiche . In effetti, facendo due chiacchiere con i commercianti , la situazione non è per niente tranquilla. Da quando, infatti, è entrata in vigore la Ztl e la pedonalizzazione di alcune strade, l’affluenza delle persone ,  soprattutto in Via Atenea, è crollata. Nelle ore dell’immediato dopo pranzo ma anche e soprattutto tra le 20 e le 22, la principale arteria della Città si trasforma in una specie di Silent Hill e si notano, purtroppo, solamente i commercianti fuori dalle proprie attività, con lo sguardo perso nel vuoto mescolato ad una speranza sempre accesa di trovare il prossimo cliente. Chiaramente le attività più colpite non sono i classici negozi di abbigliamento o vestiti bensì le attività che hanno a che far con alimentazione, ristoranti, paninerie, pub.  Analoga situazione è possibile riscontrarla anche al Viale della Vittoria, oggetto di foto da parte dei commercianti durante le ore della pedonalizzazione che mostrano quello che sempre più appare simile ad un deserto. Anche qui il problema è culturale e si basa sostanzialmente su come e cosa siamo abituati a vedere e quanto possiamo fare per discostarci sempre di più da queste abitudini.

MODELLO PALERMO. Una Città molto simile per status, modi di fare e, lasciatemi dire, per totale mancanza di educazione civica e conoscenza di codice della strada. Nel capoluogo siciliano,da quando la Ztl (che è pure a pagamento) è entrata in vigore ha portato innumerevoli vantaggi nelle zone interessate. Basti pensare alla zona dei Quattro Canti, di via Maqueda, che con la Ztl sono diventati centro nevralgico di attività commerciali, di richiamo per una marea di gente che piuttosto che scorazzare con auto e motocicli preferisce il passeggiare comodamente tra le bellezze storiche della Città. Un altro indubbio vantaggio dell’attuazione in queste zone della Ztl è il boom che si sta verificando nel campo dell’affitto di immobili. I proprietari di case, per esempio, della zona sono bersagliati da richieste sempre più insistenti di affitto.

LASCIARSI INDIETRO LE SOLITE ABITUDINI. Dunque, in conclusione, siamo fermamente convinti che la cittadinanza debba raccogliere questa sfida di cultura e di civiltà proposta dall’amministrazione che sta facendo numerosi sforzi per tentare di dare “normalità” ad una città che negli ultimi anni di normale ha avuto ben poco. Detto questo,  auspichiamo una maggiore collaborazione tra l’Ente Comunale e i Privati, i commercianti e chiunque interessato in prima persona a questa situazione. La comunicazione, il confronto, il coinvolgimento di tutte le parti, magari con iniziative volte a diminuire le imposte locali, è pratica ben accetta oltre che la più sensata. Basterebbe rivolgersi a loro nella stessa misura e in analogo modo e con la stessa attenzione a quando, sempre agli stessi, si chiede uno sforzo economico, un aiuto a costo zero e senza retribuzione in pratiche comuni di decoro urbano. La strada intrapresa è quella giusta, bisogna solo avere attenzione per tutte le componenti.