Agrigento, viale dei Pini: i residenti rompono gli indugi e diffidano il Comune

Stanchi dell’annosa condizione di gravissimo dissesto della sede stradale e dei marciapiedi dovuta alla crescita esponenziale dei pini marittimi collocati dall’amministrazione lungo il viale dei Pini, un comitato spontaneo formato dai proprietari delle case adiacenti ha deciso di rompere gli indugi diffidando formalmente l’amministrazione a procedere all’abbattimento.

Come è noto le radici dei pini hanno pressoché sollevato nella sua interezza la sede stradale creando severi rialzi ed avvallamenti che rendono la circolazione sia veicolare che pedonale altamente pericolosa anche perché, in più punti, il manto di asfalto risulta del tutto divelto. Anche la condizione dei marciapiedi costituisce una gravissima insidia in quanto l’ammattonato è ormai per la gran parte divelto ed ha un andamento irregolare. Gli stessi sono del tutto impraticabili specie nelle ore notturne.

La decisione dei proprietari di costituirsi in comitato costituisce – spiega l’avvocato Sergio Alletto che li rappresenta – esercizio di un diritto dovere civico volto a tutelare gli interessi sia della collettività che dei singoli privati”.

Da ultimo la infiltrazione sotterranea delle radici ha progressivamente interessato le singole proprietà private determinando in alcuni casi la inclinazione dei muri di recinzione, in altri il sollevamento delle pavimentazioni sia interne che esterne, in altri ancora il fuori asse dei cancelli ad apertura manuale e delle guide di scorrimento di quelli ad apertura elettrica.

In alcuni altri casi le radici si sono infiltrate a livello delle fondazioni, delle vasche di accumulo idrico e delle condutture di approvvigionamento idrico ovvero di scarico determinandone la rottura ovvero l’intasamento.

Tali fenomeni fanno il pari con quelli verificatisi lungo la pubblica via dove si è potuta appurare la presenza delle radici all’interno delle condutture dell’acqua, della fognatura e dei condotti di raccolta delle acque nere e bianche nonché all’interno dei pozzetti di ispezione.

Fino ad oggicontinua l’avvocato Alletto l’amministrazione comunale non ha inteso adottare determinazione alcuna ad eccezione di risibili, quanto ovviamente disattese e comunque non sorvegliate, interdizioni del viale dei Pini al transito di motocicli e biciclette che, in caso di eventuali sinistri non renderebbero esente il Comune di Agrigento da responsabilità.

Anche la più volte ventilata chiusura del doppio senso di marcia in favore di un senso unico con restringimento del transito al centro della sede stradale costituisce una sorta di pannicello caldo che non elimina le cause del dissesto e, soprattutto, le condizioni di pericolo oggettivo evidenziate sia per l’utenza che, per quanto riguarda il presente, la sicurezza della proprietà privata e di chi vi abita.

Pure il paventato rifacimento del manto stradale senza tuttavia la eliminazione delle cause del suo dissesto rappresenta un modo di nascondere la polvere sotto il tappeto senza tacere dei costi assolutamente severi che un tale intervento comporterebbe e che non potrebbero trovare giustificazione specie erariale atteso l’inevitabile riproporsi dello status quo.

Si aggiunga il grottesco balletto di pareri, interventi sulla stampa da parte di esperti e di pseudo esperti di botanica, ambientalisti della prima e della seconda ora, spesso in contrasto all’interno delle singole fazioni, circa il salvataggio o meno degli alberi che, nei fatti, costituisce l’ennesimo strumentale ostacolo alla soluzione, invero unica, del problema e, nella sostanza, un comodo alibi per “non decidere”.

Alla stessa maniera anche il coinvolgimento di altre amministrazioni, leggasi Soprintendenza BB. CC e I.S., per riceverne “significativi” pareri sull’”alto valore” paesaggistico dei pini, costituisce di fatto un bel tirare avanti.

In attesa di cosa poi ? della ennesima tragedia annunciata ? con conseguente scarica barile di responsabilità e la inevitabile coda di processi ?

Il tutto mentre gli alberi rimangono al loro posto, ogni giorno sempre più pericolosamente inclinati ora verso la strada ora all’interno delle private proprietà in attesa dell’inevitabile collasso ben corroborato dalla vetustà dei tronchi il cui alto fusto ne aggrava la condizione”.