Blitz “Duty free”, immagine plastica della “zona grigia”

Si è da pochi minuti conclusa la conferenza stampa, convocata dai vertici della Procura della Repubblica di Agrigento e da quelli della Guardia di Finanza, in seguito alle quindici emissioni di ordinanze cautelari che hanno caratterizzato l’operazione di questa notte, eseguita dalle Fiamme Gialle, firmata dal Gip del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano su richiesta della Procura della Repubblica e, specificatamente, dal Pm Andrea Maggioni.

L’inchiesta, come spiegato accuratamente da una attenta presentazione del Procuratore Renato Di Natale, nasce nel 2013 e coinvolge a più livelli, con diverse responsabilità, vertici e funzionari dell’Agenzia delle Entrate in Provincia di Agrigento. Non a caso una delle figure chiave dell’intera operazione è Pasquale Leto, direttore dell’Agenzia stessa, sottoposto al regime degli arresti domiciliari con obbligo del braccialetto elettronico.

L’operazione è stata denominata “Duty Free”, letteralmente zona franca. Il quadro che si presenta agli occhi degli inquirenti è scoraggiante , caratterizzato da comportamenti ambigui mossi da chi, per dovere, dovrebbe garantire il rispetto delle regole e delle norme, in questo caso in ambito economico e finanziario, ma che invece sfrutta la propria posizione per “accomodare” alcune pratiche o, più in generale, sfruttare la propria posizione all’interno dell’Agenzia delle Entrate per interessi personali.

E da questa operazione emergono diversi comportamenti che si muovono in tal direzione, con figure che gravitano in quella zona grigia (o franca) e, nel corso del tempo, hanno, con estrema influenza , determinato alcuni fatti.

E’ il caso di Pasquale Leto, come detto figura centrale dell’operazione “Duty Free”. Pasquale Leto, allora dirigente in servizio presso la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate e, dal 13 Gennaio 2014, direttore della sezione provinciale della stessa Agenzia, avrebbe accettato la promessa, effettuata da Marco Campione, di assumere la figlia di Leto, Francesca ( oggi raggiunta da misura cautelare con obbligo di presentazione alla P.G.). Assunzione che si concretizza il 28 Febbraio 2013 quando Francesca Leto sottoscrive un contratto da tirocinante, valido fino al 27 agosto ma che poi sarebbe stato rinnovato diverse volte fino ad oggi, con Girgenti Acque. In cambio, Pasquale Leto forniva a Campione informazioni riguardanti eventuali controlli fiscali preposti relative alle attività di Girgenti Acque. In particolare, c’è un episodio: la Guardia di Finanza, effettuando una verifica fiscale su Girgenti Acque, riscontra operazioni effettuate ma alle quali non è stata applicata l’IVA: la sanzione è di circa 40.000€ e, in questo episodio, si denota più che mai come l’attività istituzionale di Leto, direttore dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento, venga “piegata” all’interesse del contribuente.

Le indagini, cominciate nel 2013, si intensificano sempre di più con il passare del tempo, facendo emergere un quadro della situazione davvero inquietante che ha messo a fuoco una serie di gravi reati commessi sia dai cittadini, in questo caso contribuenti, sia da Pubblici Ufficiali, in questo caso dirigenti e funzionari dell’agenzia stessa. I comportamenti che vengono fuori ,  grazie sia ad un uso accurato delle intercettazioni telefoniche ma anche grazie allo studio di alcuni documenti entrati in possesso dagli inquirenti, disegnano perfettamente un quadro condito da deplorevoli episodi di corruzione. Questi stessi comportamenti, spesso illeciti, sono sorretti da un malinteso senso dell’amicizia che giustificherebbe qualsiasi piegarsi dell’attività istituzionale dell’agenzia oppure da un senso generale di impunità che caratterizza le condotte dei diversi soggetti caduti nelle maglie delle indagini, come se gli stessi avessero quella presunzione di rientrare in quella “zona franca” alla quale il controllo pubblico non avrebbe potuto, o voluto, accedere.