Omicidio Yara, tre donne e Agrigento nel destino di Bossetti

Gli investigatori non vanno a caccia di madri o mogli infedeli. Ma ha ruotato attorno a questi aspetti, cosi’ intimi e personali nella vita di un uomo, la vicenda processuale di Massimo Bossetti. Costretto a scoprire di essere nato da una relazione extraconiugale (mai ammessa dalla madre) e a vedersi sbattuti in faccia i tradimenti della moglie (negli anni successivi pero’ al 2010). Un’altra donna ha avuto un ruolo fondamentale, la pm Letizia Ruggeri. Mentre sullo sfondo e’ rimasta la piu’ silenziosa, distrutta dal suo dolore, Maura, la mamma di Yara. LA MAMMA, ESTER ARZUFFI – Alta, ancora molto bella, vestita sempre in modo giovanile, ma mai volgare, un volto forte e deciso Ester, 68 anni, e’ stato l’elemento chiave per arrivare a Massimo. Anni di caccia al Dna di Ignoto 1, hanno portato gli inquirenti a identificare prima il padre del probabile assassino, Giuseppe Guerinoni, autista di autobus, quindi la madre, lei Ester, sposata dal 1967 con Giovanni Bossetti (Massimo e la sorella gemella Laura sono nati nell’ottobre 1970). Ester ha sempre negato di aver avuto figli nati fuori dal matrimonio (‘La scienza puo’ sbagliare’, dichiaro’ perentoria quasi subito). Ha sempre difeso il figlio e al processo si e’ avvalsa della facolta’ di non rispondere. Giovanni Bossetti e’ morto nel dicembre scorso. MARITA COMI, LA MOGLIE – Un viso fotogenico, capelli lunghi, occhi profondi, ancora piu’ intriganti nella rabbia e nell’indignazione, fisico da fotomodella, Marita, 41 anni, ha assunto subito il ruolo della moglie guerriera per difendere la sua famiglia. Anche quando qualche dubbio sull’alibi del marito l’ha sfiorata, anche quando in Tribunale ha dovuto rispondere a domande a luci rosse. Si e’ esposta senza esitazioni, non ha abbassato lo sguardo. Mamma di tre figli, ha concesso interviste dietro compenso (come emerge da alcune intercettazioni). Indifferente alle critiche, come quando in una delle ultime udienze e’ arrivata a bordo di una Porsche guidata da un consulente della difesa. LETIZIA RUGGERI, LA PM – Quattro anni a caccia del killer di Yara. Letizia Ruggeri, 50 anni, era di turno la mattina del 27 novembre, quando venne formalizzata la denuncia di scomparsa e ha portato avanti la sua indagine, tra non poche difficolta’, critiche, contrasti. Ex poliziotta, fisicamente minuta, definita molto scrupolosa dai colleghi, e’ stata pm ad Agrigento alla fine degli anni ’90. Si e’ occupata di traffico di droga e altri reati, non di vicende di mafia. Madre anche lei subito dopo l’arresto di Bossetti ha chiamato casa Gambirasio. MAURA PANARESE, LA MAMMA DI YARA – Ha affrontato il terrore piu’ grande per un genitore con dignita’, silenzio, senza mai spettacolarizzare il suo dolore. Maestra d’asilo, aspetto esile, ma dal carattere molto forte, ha deciso subito che il suo primo impegno, dopo la scomparsa di Yara, era proteggere gli altri tre figli, Keba, Gioele e Natan. Quando i Gambirasio decidono di rivolgere un appello pubblico, Maura lascia al marito Fulvio il compito di parlare davanti alle telecamere. In Tribunale invece non si e’ tirata indietro davanti ad alcuna domanda, raccontando la vita tranquilla e serena della figlia, tra scuola, palestra e la famiglia.