Se si accettava di pagare il pizzo bene altrimenti gli uomini coinvolti in questa nuova inchiesta condotta dal reparto operativo dei carabinieri del comando provinciale di Palermo sapevano come fare cambiare idea. I sistemi erano sempre gli stessi. Colla nei lucchetti. Catene con catenacci che bloccavano i cancelli.
Una macelleria a Marineo. Un ristorante, “La collina” a Bolognetta. Un distributore Eni nella statale Palermo Agrigento. Un market e un negozio di ceramiche sempre a Bolognetta, alcuni ristoratori, imprese edili e un ambulante era le vittime delle richieste estorsive degli uomini del mandamento mafioso di Misilmeri e Belmonte Mezzagno.
O crisantemi e croci nelle saracinesche. Secondo i carabinieri chi organizzava i summit erano Francesco Ciaramitaro, Giosue’ Cucca e Alessandro Ginelli. Sono accusati di associazione mafiosa. Sarebbero stati loro a programmare ed eseguire le estorsioni. Rosario La Barbera e Alessandro Ravesi vengono accusati di estorsione aggravata. A Gaetano Pravata’ vengono contestati reati legati allo spaccio di droga e allo smercio di soldi falsi. Mentre Pietro Formoso avrebbe violato l’obbligo di soggiorno per incontrare alcuni pregiudicati. I commercianti e imprenditori chiamati in caserma davanti alle evidenze emerse nelle indagini hanno ammesso di avere subito le richieste di pizzo.