Racalmuto, Pm chiede condanna imprenditore Lillo Romano: nove anni

Due udienze per esporre l’intera requisitoria davanti il Tribunale di Agrigento presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni (a latere Michele Còntini e Gianfranca Infantino).

Il Pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Maria Teresa Maglino, ha chiesto la condanna a nove anni di reclusione per l’imprenditore racalmutese Lillo Romano 59 anni imputato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Per la pubblica accusa non ci sarebbero dubbi: Romano avrebbe contribuito a rafforzare Cosa nostra dapprima favorendo il gruppo capeggiato Maurizio Di Gati, suo compaesano e alla decadenza di quest’ultimo, ha aderito ai diktat di Giuseppe Falsone.

Impietosa la ricostruzione effettuata dal Pm Maligno che ha ripercorso tutte le tappe della vicenda e puntando molto sulle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, soprattutto quelle di Ignazio Gagliardo risultato per un lungo periodo dipendente ed estortore di Romano. L’8 febbraio prossimo ci sarà spazio per le arringhe. Comincerà l’avvocato Salvatore Pennica. Una settimana dopo toccherà all’avvocato Nino Caleca.

 

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