Smantellata piazza di spaccio: 25 arresti tra cui ex calciatore (tutte le foto e 3 video)
La Polizia di Stato, su delega della Direzione distrettuale antimafia, ha eseguito dei decreti di fermo emessi dal Pm a carico di 21 soggetti in relazione ai delitti di associazione di stampo mafioso per uno di essi, nonché per tutti in relazione al delitto di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del […]
La Polizia di Stato, su delega della Direzione distrettuale antimafia, ha eseguito dei decreti di fermo emessi dal Pm a carico di 21 soggetti in relazione ai delitti di associazione di stampo mafioso per uno di essi, nonché per tutti in relazione al delitto di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, delitti aggravati dal fine di agevolare il clan “Cappello-Carateddi”.
Contestualmente alla convalida dei fermi, questo
Ufficio richiedeva altresì l’applicazione di n. 25 misure cautelari, richiesta
che il Gip di Catania, all’esito degli
interrogatori degli arrestati, accoglieva, ordinando l’applicazione di23 misure
di custodia in carcere e 2 misure cautelari degli arresti domiciliari, una con
l’applicazione del braccialetto elettronico ed uno presso una comunità di
recupero.
L’indagine, coordinata dalla Procura distrettuale
antimafia ed avviata nel settembre del 2018 dalla Squadra mobile di Catania, ha
avuto quale suo obiettivo quello di monitorare una delle “piazze di spaccio” storiche quartiere di San
Cristoforo, ovvero la “piazza di spaccio” di sostanze stupefacenti del tipo cocaina
e marijuana, ubicata in questa piazza Caduti del mare, zona comunemente
denominata “Tondicello della Plaja”, da sempre roccaforte del clan mafioso Cappello
– Bonaccorsi.
Nel corso dell’attività d’indagine sono stati acquisiti
elementi certi in relazione alla esistenza di un sodalizio ben organizzato,
strutturato in due sottogruppi, che gestiva con regolarità e costanza lo
spaccio di stupefacente del tipo marijuana e cocaina con un forte controllo sul
territorio, perfetta distribuzione di compiti tra pusher, vedette e custodi
dello stupefacente, ma anche con una estrema fungibilità dei ruoli a seconda
delle necessità del momento. Gli acquirenti, al secondo del tipo di richiesta
avanzata, venivano prontamente indirizzati al gruppo che meglio poteva soddisfarne
le esigenze.
La “piazza di spaccio” era organizzata su due turni
di spaccio; un primo turno dalle ore 14:00 alle ore 21:00 ed un secondo turno
dalle ore 21:00 alle 06:00, durante i quali si registravano, per ciascun turno,
circa 250 cessioni di sostanza stupefacente.
Durante l’attività di spaccio il gruppo criminale, al fine di scongiurare i controlli di polizia, oltre a servirsi di un sistema di sorveglianza ben congegnato attraverso il controllo dei punti nevralgici della piazza, utilizzava diversi luoghi per occultare le sostanze stupefacenti; in particolare la sostanza stupefacente del tipo cocaina veniva occultata, in parte, presso il chiosco Belvedere sito in via Della Concordia n.20, mentre la sostanza stupefacente del tipo marijuana veniva in parte occultata all’interno dell’agenzia di scommesse Redstore ubicata in Via della Concordia n. 24, nonché, in parte, nelle aiuole antistanti ai due esercizi commerciali e presso alcuni ruderi ubicati in via Fiducia, prossima agli esercizi commerciali sopra menzionati e completamente controllata dai sodali. Inoltre, a seguito di alcuni sequestri di sostanza stupefacente effettuati dalla Polizia di Stato presso i luoghi teatro di spaccio, i sodali decidevano di utilizzare le abitazioni di Maria Grillo, Davide Strano e Agatino Strano (questi ultimi due già in regime di arresti domiciliari per altra causa) quale luogo di custodia della sostanza stupefacente, approvvigionandosi dello stupefacente in singole dosi.
Pertanto la Procura distrettuale antimafia ha disposto,
altresì, il sequestro penale preventivo del chiosco Belvedere e dell’agenzia di
scommesse Redstore i cui gestori sono stati arrestati, poiché ritenuti membri
dell’associazione criminale.
In particolare, il chiosco Belvedere, è intestato
alla moglie di Nunzio La
Torre, ritenuto, quest’ultimo, il capo dell’associazione criminale che gestiva
la “piazza di spaccio”, nell’ambito del clan mafioso Cappello – Bonaccorsi di
cui Nunzio La Torre si
ritiene essere membro, avendo fra l’altro corrisposto costantemente ed almeno
dal 2010 al clan predetto una somma mensile oscillante dai 2.000 agli 8.000
euro, destinata prevalentemente al mantenimento dei sodali in carcere, con
particolare riguardo a quelli che storicamente hanno rivestito al suo interno
un ruolo apicale, come Ignazio Bonaccorsi u carateddu.
L’esercizio commerciale “Redstore” era gestito da Michael Lazzara il quale, anche in orari notturni e allorquando l’esercizio commerciale era chiuso al pubblico, consentiva l’accesso di alcuni sodali all’interno dello stesso al fine di prelevare le dosi destinate allo smercio, alcune delle quali cedute anche dal balconcino dello stesso Redstore in favore di alcuni acquirenti.
I proventi illeciti della “piazza di spaccio”
oscillavano tra i 7.000 e gli 8.000 euro giornalieri.
Durante l’attività di indagine, gli investigatori
sono riusciti a piazzare videocamere all’interno della piazza di spaccio
riprendendo, per circa 5 mesi, il fiorente traffico di stupefacenti e ottenendo
prove certe in ordine alla responsabilità delle persone indagate; è stata
altresì accertato come l’attività criminosa in questione venisse espletata sia
con l’ausilio di minori che ai danni di minori, disponendosi di immagini che
testimoniano anche la cessione di sostanza stupefacente a soggetti sicuramente
infradiciottenni.
I tempi di intervento sono stati particolarmente
brevi in attuazione di un consolidato protocollo di indagini seguito dalla
Direzione Distrettuale Antimafia per contrastare il fenomeno delle piazze di spaccio
a Catania, ove si consideri che le attività di videoripresa sono state concluse
nel febbraio 2019 e che ulteriori riscontri all’illecita attività illecita sono
stati acquisiti sino al novembre 2019.
Giova rilevare come proprio in occasione di un recente controllo di polizia effettuato presso la piazza del “Tondicello della Plaja” nei confronti di Francesco Emanuel Grillo, Sebastiano La Torre, Maria Grillo (questi ultimi tratti in arresto nella presente indagine), Nicolò Zagame (quest’ultimo genero di Sebastiano Lo Giudice, capo storico del Clan Cappello-Carateddi oggi detenuto al regime di cui all’art. 41 bis O.P.), unitamente ad un elevato numero di altri soggetti presenti sul territorio, abbiano posto in essere una gravissima condotta di violenza e resistenza a Pubblico ufficiale trasmodata peraltro nel tentato omicidio di un poliziotto, in relazione al quale, in data 3.12.2019, l’Ufficio di Procura emetteva un decreto di fermo a carico di Sebastiano La Torre per il delitto di tentato omicidio, nonché richiedeva ed otteneva dal Giudice per le indagini preliminari di Catania, l’applicazione di misure cautelari nei confronti di Rosaria Di Domenico (moglie di Nunzio La Torre), Maria Grillo, Nicolò Zagame e Michael La Torre (quest’ultimo fratello di Sebastiano La Torre), per i delitti di lesioni personali, violenza, minaccia e resistenza aggravata a Pubblico ufficiale, in quanto commessa da numerose persone che accerchiavano gli operatori di polizia.
I nomi: Nunzio La Torre, Alex Di Vita e Maria Grillo.Giuseppe Bruno, Damiano Consolo, Salvatore Costanzo, Giovanni Erbasecca, Antonino Grasso, Carmelo Domenico Grillo, Luca Indelicato, Salvatore Indelicato (detto ‘u Maroccu’), Angelo Inserra, Michel Mirko Lazzara, Giuseppe Munzone, Lorenzo Padovani, Steven Pescatore, Claudio Speranza, Agatino Strano, Davide Strano, Saro Andrea Discanno, Sebastiano La Torre, Manuel Taglieri. Ai domiciliari vanno Giuseppe Giuffrida (in una comunità) ed Ernesto Gabriele Fuselli.