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Tar, via libera all’impianto di compostaggio di Terrasini

La vicenda inizia nel 2015 quanto la società chiede il rilascio dell'autorizzazione unica regionale per la realizzazione

Pubblicato 3 anni fa

I giudici del Tar Palermo hanno respinto il ricorso del Comune di Terrasini e dato di fatto al via libera per la costruzione di un impianto di compostaggio. Il progetto per lo smaltimento dei rifiuti era stato presentato dalla C.F. Edilambiente difesa dagli avvocati Girolamo Rubino e Vincenzo Airò.

La vicenda inizia nel 2015 quanto la società chiede il rilascio dell’autorizzazione unica regionale per la realizzazione e la gestione, di un “Impianto di produzione di compost di qualità e stoccaggio di rifiuti non pericolosi” da realizzate ai Terrasini nella contrada Paterna. L’impianto era stato autorizzato nel 2016 dell’assessorato del territorio e dell’Ambiente e nel luglio del 2018 dell’assessorato dell’energia e dei servizi di pubblica utilità.

Nonostante la rilevanza strategica dell’impianto in questione, inserito nel piano regionale di gestione dei rifiuti, il Comune di Terrasini aveva presentato ricorso al Tar Palermo per chiedere l’annullamento dei provvedimenti di autorizzazione dell’impianto. In un prima pronuncia nel 2019 Tar e Cga avevano accolto il ricorso del Comune visto che l’impianto di compostaggio ricadeva in parte entro la fascia di inedificabilità di 60 metri dal confine autostradale e che l’autorizzazione unica sarebbe stata rilasciata sulla base di un provvedimento di esclusione del progetto dalla procedura di Via illegittimo per difetto d’istruttoria, carenza di motivazione e violazione del principio di precauzione. Sono state apportate modifiche al progetto e come dimostrato dalla consulenza tecnica eseguita sui luoghi è emerso che l’impianto sarà realizzato fuori dall’area di inedificabilità prevista dalla legge.

I legali dell’Impresa hanno chiarito che l’impianto, per come approvato, non determina alcun possibile impatto ambientale e non è necessario richiedere la procedura di di impatto ambientale. “Risulta ictu oculi evidente, dall’esame delle tre elaborazioni grafiche presentate dal Ctu, che la linea del lato dell’impianto più vicino al confine autostradale si trova ad una distanza pressoché pari ai 60 metri di cui al vincolo suddetto, tenuto in debito conto sia il margine di tolleranza di cantiere da applicare nella fase esecutiva sia l’inevitabile approssimazione delle misurazioni e delle elaborazioni grafiche svolte anche dallo stesso tecnico d’ufficio”.

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