Chiesa, il cardinale Montenegro a capo del dicastero Sviluppo Umano?
Il nome piu' speso e' quello di un altro cardinale, Francesco Montenegro, gia' arcivescovo di Agrigento
Il cardinale Peter Turkson, capo del dicastero vaticano per lo Sviluppo Umano Integrale, si appresterebbe a lasciare l’incarico. La voce, che rimbalza da giorni nelle Sacre Stanze e lascia intendere il profilarsi di una nuova, ennesima svolta nel pontificato di Francesco, viene ora raccolta e confermata dalla Catholic News Agency e definita “credibile” sulla base di alcune conferme raccolte nelle ultime ore. Turkson riveste l’incarico dal 31 agosto del 2016. Non e’ un incarico secondario: il Dicastero per lo Sviluppo Umano integrale viene considerate il perno della riorganizzazione della Curia cosi’ come da tempo la immagina Bergoglio, ed a Bergoglio Turkson e’ sempre stato accostato come promotore delle riforme dell’attuale pontificato. Il mandato quinquennale al Dicastero era scaduto lo scorso settembre, ma la circostanza che non si fosse operata alcuna sostituzione a scadenza naturale aveva fatto pensare ad una tacita riconferma. Il porporato ha 73 anni, venne indicato come papabile gia’ in occasione del conclave che segno’ l’elezione di Benedetto XVI ed ancora adesso e’ il piu’ influente dei cardinali africani. Lunga la sua carriera in Curia: ghanese, creato cardinale nel 2003 da Giovanni Paolo II, nel 2009 papa Benedetto XVI lo nomino’ presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace.
Secondo indiscrezioni, la sue sarebbero state dimissioni presentate personalmente nei giorni scorsi. Che le cose non andassero per li verso giusto apparve chiaro lo scorso giugno, quando si venne a sapere che il Cardinale Blaise Cupich, arcivescovo di Chicago, era stato nominato alla guida di un team di tre “ispettori” chiamati a valutare le attivita’ del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Si trattava gia’ della terza ispezione in pochi mesi chiesta da Papa Francesco, che in vista della riforma della Curia aveva deciso di esaminare a fondo competenze e lavoro di ciascun dicastero. A finire sotto la lente degli ispettori un dicastero diventato pachidermico nelle dimensioni. Pare poi che negli ultimi tempi il porporato avesse manifestato in piu’ occasioni la sua totale stanchezza per le dispute e le dicerie che circolavano nell’ambiente, mentre non e’ chiaro se lo stesso Bergoglio debba ancora decidere se accettare o no il passo indietro, che – allo stato attuale delle cose – potrebbe portare fuori dal prestigioso incarico Turkson gia’ il 31 dicembre.
Lo scorso 12 dicembre Turkson, riferiscono alcune fonti, avrebbe parlato apertamente dell’esistenza delle voci di sue dimissioni nel corso di un incontro natalizio con il personale del suo dicastero, ma senza voler commentarle in alcun senso in attesa di decisioni formali. Quel che e’ certo e’ l’abbandono, dall’inizio dell’ispezione ad ora, di due dei principali collaboratori del porporato. Alla fine di agosto fu padre Augusto Zampini a lasciare l’incarico di segretario aggiunto del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale. Nessuna spiegazione venne data allora per un passo inaspettato, che aveva come protagonista un sacerdote argentino definito di grandi speranze e gestore del delicato dossier della pandemia di covid. Zampini e’ tornato, dopo la dimissioni, al ruolo di sacerdote diocesano. L’altro abbandono riguarda Padre Bruno Maria Duffe’, che pero’ con il compimento del 70mo anno d’eta’ era giunto di fatto a fine mandato. Iniziano intanto a circolare le primo voci su chi adesso sostituira’ Turkson. Il nome piu’ speso e’ quello di un altro cardinale, Francesco Montenegro, gia’ arcivescovo di Agrigento.
Papa Francesco ebbe modo di pprezzare Montenegro nel 2013, quando da responsabbile della diocesi siciliana lo accolse nel viaggio che Bergoglio volle ompiere a Lampedusa, terra di sbarchi e di migranti. Il dossier profughi, migranti e rifugiati e’ una delle principali competenze del Dicastero che potrebbe andare a guidare. Oltre a questo, il passo di Turkson va a incrociarsi con il percorso di una riforma della Curia che, non senza ritardo rispetto ai desideri e alle previsioni, si appresterebbe ad entrare nella fase finale. Gli osservatori piu’ attenti hanno notato che, appena quattro giorni fa, il Consiglio dei Cardinali non menziono’, alla fine di una riunione, la questione della costituzione apostolica con cui si dovrebbe procedere alla riforma. Finezza che potrebbe voler dire: abbiamo gia’ finito questa parte del lavoro. A questo punto si attende il 23 dicembre, quando Papa Francesco incontrera’ la Curia per gli auguri natalizi. Potrebbe essere quella la data dell’annuncio. Turkson, per l’appunto, otto giorni dopo lascerebbe l’incarico a chi e’ stato chiamato nel frattempo a gestire la nuova fase.