Agrigento

Il vicecapo della polizia ad Agrigento: “Ecco com’è cambiato il modo di fare indagini”

Presentato nella Valle dei templi di Agrigento il libro "Investigare 5.0"

Pubblicato 2 anni fa

Interviste di Irene Milisenda e foto di Sandro Catanese

Com’è cambiato il modo di investigare negli ultimi trentacinque anni? Quali sono le nuove frontiere del mondo digitale e quali le insidie dietro l’angolo? Sono alcune delle domande a cui ha risposto il vicecapo della polizia Vittorio Rizzi, ieri ad Agrigento per presentare il nuovo libro “Investigare 5.0” scritto con la preside della facoltà di psicologia dell’Università La Sapienza di Roma Anna Maria Giannini. Il prefetto Rizzi, nella splendida cornice della Valle dei Templi, si è immerso in un vero e proprio viaggio nel mondo delle investigazioni ripercorrendo i principali cambiamenti da trentacinque anni a questa parte. L’evento, organizzato dall’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia e dal sindacato Siap della Polizia di Stato, è stato fortemente voluto dal Questore di Agrigento Emanuele Ricifari. Una platea numerosa e qualificata, composta dalle più alte cariche civili e militari della provincia oltre che da quasi tutti i Questori della Sicilia, ha ascoltato attentamente la narrazione del Prefetto Rizzi che ha dialogato, sullo sfondo del maestoso Tempio della Concordia, con il giornalista Franco Castaldo, fondatore di Grandangolo Agrigento nonché memoria storica della criminalità organizzata agrigentina. A moderare l’incontro è stata la giornalista Claudia Ricifari, sempre puntuale nel condurre l’evento.  La kermesse si è aperta con i saluti del Prefetto di Agrigento, Filippo Romano, e del procuratore Salvatore Vella. A seguire anche l’intervento del padrone di casa, il direttore del Parco Valle dei Templi, architetto Roberto Sciarratta.

Le parole del vicecapo della polizia Vittorio Rizzi: “Un libro che affronta i temi della criminologia ma soprattutto della criminalistica quindi quello che possono offrire le scienze forense al giorno d’oggi. Una ricostruzione di quello che c’era nel passato e quello che avviene oggi con la scienza al servizio delle investigazioni. Il secolo che noi viviamo è il secolo della rivoluzione copernicana, si è passati dall’era analogica a quella digitale. Significa che c’è stata una rivoluzione totale. Quando entrai in polizia non c’erano computer e telefoni, oggi esiste il mondo del virtuale nel quale si commette il 64% dei crimini. Trentacinque anni fa esistevano reati che oggi sono vera e propria archeologia. Penso ai sequestri di persona a scopo di estorsione. Un mondo completamente trasformato sia sul profilo della grande criminalità sia nell’azione di contrasto. Tutto è diventato molto più complicato. Seguire le scie digitale è molto più difficile che seguire le persone. I criminali non usano più i pizzini ma le piattaforme criptate e quindi le investigazioni diventano una sfida tecnologica complessa. Parlando dei crimini dell’odio si parla anche di Empedocle, figlio di questa terra. Il primo a parlare dell’odio. È un ritornare a casa.

Così, invece, il Questore di Agrigento Emanuele Ricifari: “Un libro sulla investigazione vera e non quella rappresentata in televisione e nei film. Un libro curato dal vicecapo della polizia Vittorio Rizzi, dalla professoressa Giannini, preside della facoltà di psicologia dell’Università Sapienza di Roma. Nel libro ci sono i contributi dei maggiori esperti: dalla chimica, alla psicologia forense alla criminologia. Tutti aspetti del mondo investigativo, scienze al servizio della ricostruzione della realtà per come si è verificata. Una delle strutture di cui si è dotata la polizia di Stato è il teatro virtuale, un luogo dove viene riprodotto il sopralluogo di polizia scientifica.”

Franco Castaldo, dal canto suo, ha puntato la sua attenzione su come venivano fatte le indagini nel passato prima dell’avvento dell’era digitale delle investigazioni raccontando delle difficoltà incontrate dalle forze dell’ordine nell’affrontare i casi giudiziari. Strumenti inadeguati, scarsa formazione professione e contesto sociale differente rispetto ad oggi hanno segnato il fallimento di molte e importanti investigazioni che, certamente, meritavano maggior fortuna.

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