Agrigento

Kinèma ad Agrigento chiude i battenti, lo staff: “Comune e Parco non interessati al festival”

Dopo dieci anni, l'edizione 2025, nell'anno di Capitale della Cultura, non si farà: lo rende noto lo staff della manifestazione

Pubblicato 7 minuti fa

“Dopo più di dieci anni di lavoro sul territorio, “Kinéma – cinema e arti visive” si ferma qui. Prendiamo atto della volontà da parte degli enti locali agrigentini (Comune e Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi) di non essere interessati al nostro festival/rassegna”. Si legge cosi in una nota stampa da parte dello staff.

“Interessato, invece, lo è stato il pubblico, che ha riempito sempre la platea, quell’ ”arena” all’aperto che ha permesso negli anni di vedere film in estate, incontrare artisti, scoprirne nuovi, confrontarsi, crescere. Sempre a titolo gratuito, come pensiamo debba essere un evento organizzato con fondi pubblici e destinato alla crescita culturale della città. Non abbiamo mai cercato visibilità spicciola, continuano, preferendo una comunicazione semplice e diretta e riviste e giornali di settore, non abbiamo mai assecondato le tendenze del mainstream per rispetto profondo del luogo che ci ha ospitati e da cui, in qualche modo, nasceva l’essenza stessa del nostro progetto. Non abbiamo, e forse è questa la nostra principale colpa, fatto anticamera negli uffici politici locali. Non ci siamo mai prestati a giochi di potere e non abbiamo mostrato rispetto ai politici più di quanto non facessimo con qualunque altro cittadino, dal meno abbiente al più illustre e, a un anno dalle elezioni, non ci sorprende quindi che il nuovo decreto sulla concessione di finanziamenti per Agrigento Capitale della Cultura 2025, non presenti il nome di Kinéma tra le organizzazioni beneficiarie di un indispensabile contributo pubblico. Non può esserci cultura, secondo noi, in una logica clientelare e vetusta. Pensavamo che i risultati avrebbero messo tutti d’accordo e che avrebbero generato merito. Sbagliavamo.Nell’ambito delle arti visive rientra invece tra i meritevoli di finanziamento un altro festival cinematografico ormai radicato a Palermo, quell’Efebo D’oro che per tanti agrigentini – per noi in primis – è stato “il” festival di cinema e tra le poche fonti di cultura cinematografica alternativa nel territorio. Ci teniamo a sottolinearlo perché alcuni di noi erano pubblico dell’Efebo, vicini a Corrado Catania e Nicolò Lombardo, e sodali con chi lo rappresenta egregiamente oggi a Palermo. Come più volte abbiamo raccontato, la prima edizione di Kinéma è nata nel 2014 per sopperire alla fuga, giusta e necessaria, dell’Efebo D’oro da Agrigento per approdare a Palermo, dove l’allora sindaco Leoluca Orlando, se ne prese cura – a differenza delle istituzioni agrigentine – e in dieci anni di lavoro i risultati sono evidenti. Ma si tratta di una realtà palermitana, appunto, non più agrigentina, questo è bene che la cittadinanza lo sappia e lo accetti. Finanziare un evento che torna ad Agrigento esclusivamente per un’edizione solo per far dire a qualche politico “ci criticate ma vi abbiamo riportato l’Efebo!” peccato che solo per un anno, senza visione, senza prospettiva, vanificando di fatto, fondi pubblici che dovrebbero essere destinati a seminare futuro; E sì, perché – pensate che stolti – abbiamo sempre creduto e continueremo a credere che tra gli obiettivi di un Sindaco, di un assessorato alla cultura, di un direttore di un Parco Archeologico importante come laValle dei Templi che è oggi a tutti gli effetti un ente fondamentale per la comunità, è immaginare futuro per i propri cittadini: che senso ha allora finanziare qualcosa che oramai vive e si sostiene a prescindere dai fondi di Capitale delle Cultura, invece di sostenere una realtà radicata nel territorio? Non c’è una logica, ce ne rendiamo conto. Diversa analisi si sarebbe fatta se quest’operazione si fosse presentata come un ritorno definitivo dell’Efebo ad Agrigento, e noi per primi ci saremmo messi al servizio di una realtà a cui ci sentiamo, come detto, profondamente legati.Ma tutto deve essere quest’anno, tutto e subito. E il dopo? Qualcuno ha pensato ad Agrigento nel 2026? nel 2030? Cosa lascerà alla città questo “grande” anno?Non c’è un senso, lo sappiamo. C’è, invece, un netto scollamento tra la parte buona e sana di questa città e chi la governa, ed è questa la realtà di oggi. Una debacle netta, questo 2025, in cui ad oggi gli unici eventi in grado di smuovere un po’ la comunità dal torpore impiegatizio cui pare destinato in eterno, sono organizzati dai ragazzi di Oltre Capitale.È davvero un contentino alla città questo nuovo decreto che esce a meno di sei mesi dalla fine del 2025. Anche se chi vorrà dirà l’opposto – e che anche la nostra associazione può partecipare – sarà difficile se non impossibile organizzare eventi di qualità con così poco tempo e dovendosi interfacciare con gli uffici del comune e del Parco e cambiare date, prenotazioni per gli artisti ecc… tutte cose che chi non sta da questa parte della barricata non considera. Ma siamo sicuri che in qualche modo questi contributi saranno spesi, gli eventi si faranno e tutti saranno felici.È tutto al contrario, insomma. Lavorare ad Agrigento per la cultura è un supplizio, e non solo per questo 2025, lo è da sempre, perché l’interesse istituzionale è minimo e chi governa la città ha confuso cultura con intrattenimento. L’intrattenimento può generare cultura, volendo, ma la cosa non è diretta e sicura. L’intrattenimento ti da il riscontro facile, immediato, ma non produce nulla a lungo termine. E c’è una netta differenza tra imprenditoria culturale e lavoro culturale. Il vero lavoro culturale è silenzioso, non si auto celebra, non cerca consensi, non fa marketing, non lo vedi nei programmi ufficiali ma agisce in profondità e quello che fa, o dovrebbe fare, è creare consapevolezza. Viene da chiedersi, ma come può creare cultura chi non ha consapevolezza?”, conclude lo staff con questa nota interrogativa.

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