Agrigento, estorsione ai danni di clienti: udienza preliminare movimentata

E’ stata un’udienza difficile, ruvida ma senza eccessive manifestazioni plateali alle quali siamo stati abituati in questi ultimi tempi.

Il processo a carico dell’avvocato Francesca Picone e alla sorella Concetta (consulente in un patronato), pur gravido di tensione, si è svolto come avrebbe dovuto svolgersi: con parti, testimoni, indagati ed avvocati a fare il … proprio mestiere.

Le due donne accusate di tentata estorsione ed estorsione ai danni di loro clienti, rappresentate e difese dagli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello, hanno chiesto di essere giudicate con il rito abbreviato.

Le parti civili, da un lato una donna di Agrigento, madre di tre figli disabili assistiti dagli avvocati Giuseppe Arnone e Arnaldo Faro dall’altro il nucleo familiare di un non vedente di Realmonte assistito dall’avvocato Salvatore Pennica.

Il Gup, Stefano Zammuto è stato chiamato a decidere se mandare a giudizio o meno le imputate ha aggiornato l’udienza al prossimo 31 gennaio per valutare alcune richieste importanti degli avvocati.

Intanto, va detto che due figli della donna di Agrigento non sono stati ammessi come parte civile così come non ammessi sono stati la moglie ed il figlio del non vedente.

L’avvocato Arnone ha chiesto la modifica del capo di imputazione a carico delle sorelle Picone valorizzando una perizia grafologica, disposta dal Pm, che attesterebbe la falsità delle firme apposte nei mandati difensivi ricevuti dall’avv. Picone.

Ferma è stata l’opposizione dei legali di fiducia delle due imputate: la consulenza non può entrare nel processo perché effettuata dopo la chiusura delle indagini preliminari.

Tutti questi nodi verranno sciolti il prossimo 31 gennaio.

Tesa l’aria che si respira sul fronte forense.

Mentre il Pm Maggioni si chiedeva come mai l’avvocatura locale non fosse presente nel processo dal quale aveva ricevuto un danno all’immagine, l’avvocato Francesca Picone segnalava al Consiglio dell’Ordine degli avvocati il comportamento offensivo e criminalizzante di un collega sui social network.

Dispiaciuto e pacato l’avvocato Pennica che, preventivamente, con nota inviata al Consiglio nazionale forense, al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Agrigento e al Consiglio regionale di disciplina, ha comunicato che si sarebbe costituito parte civile nei confronti di una collega.

L’intera vicenda si collega con altra storia, recentemente venuta alla ribalta della cronaca che ha portato all’arresto, poi annullato dal Tribunale del Riesame di Palermo, dell’avvocato Giuseppe Arnone accusato di estorsione nei confronti dell’odierna imputata Francesca Picone.