Agrigento: a chi giova l’assedio a Girgenti acque?

Locandina esplicativa

Il gestore Campione e la responsabile del personale Macaluso

Si prepara la conferenza stampa

Solo da qualche tempo Girgenti acque ha rotto l’assedio indicendo conferenze stampa che hanno squarciato il velo sulle sue omissioni eventuali della gestione idrica e sulle altre colpevoli omissioni di una classe politica indecente che tiene sotto scacco (elettorale) paesi e città.
Le recenti notizie di cronaca (quasi nera) che hanno riguardato operatori di Girgenti acque hanno costretto il gestore ad una ampia disamina di una situazione diventata sotto certi aspetti insostenibile. In conferenza stampa sono volate frasi dure ed educate su tentativi di omicidio, incendio, di atmosfere di odio dichiarato anche se è stato precisato “andiamo avanti in maniera dignitosa”. Sul grande schermo approntato nella sala delle riunioni scorrono titoli di un passato che non è giusto – dice Marco Campione – dimenticare: ”A secco da dieci giorni”, Tante parole poca acqua”, ”Cominciano i disagi acqua ogni quindici giorni”, “Procura allarga l’inchiesta sull’acqua”, “Acqua, ritorna il dramma”, “Turni di 22 giorni”.
Un passato che nessuno vorrebbe ritornasse ma che l’incidente all’addetto alla distribuzione fa tornare drammaticamente a galla ed è Marisa Macaluso responsabile del personale a rivolgere un appello alla stampa, “una richiesta di aiuto per garantire l’incolumità e non far perdere la memoria storica del territorio”.
Ci sono state anche amare constatazioni, quando si accenna a proposito dell’aggressione di Cattolica Eraclea, su silenzi inspiegabili di politici, sindaci, consiglieri comunali e perfino dell’associazionismo religioso. “Noi – dice la dott. Macaluso – vogliamo ristabilire un clima di serenità perché lavorare così è un grande rischio ed è sbagliato fomentare l’idea che Girgenti acque si stia arricchendo. Noi applichiamo le tariffe che ci dicono e chiedo solo giustizia per questi nostri operatori. Per questo un grazie alle forze dell’ordine”.
Più complicato e controverso, comunque tutto da chiarire, l’episodio dell’inquinamento sul quale l’ing Francesco Barrovecchio ha dato spiegazioni possibili che chiamano in causa Sicilia acque che per prima riceve dal Lago Fanaco l’acqua sottoposta a una prima depurazione. Non mancano nelle spiegazioni di Barravecchio riferimenti alla necessaria pulizia e disinfettazione di condotte e serbatoi e parlare di sabotaggio – come ha fatto un cronista – è un allarmismo eccessivo – rileva Barravecchio – ma non escludibile. Tra l’altro viene fuori la cifra di circa 18mila morosi di cui circa ottomila senza contatore e che la manutenzione è a carico del gestore perché necessaria e urgente, nel conto viene pure messa la cifra spesa per scoprire gli abusi. Su tutto campeggia l’irresponsabilità regionale che da anni tiene bloccato il progetto della nuova rete idrica approntato da Girgenti acque, la cui realizzazione farebbe abbassare i costi per l’utente. “Non sappiamo bene dove siano finiti i fondi regionali”- dice Campione. Escludendo i posti di lavoro riservati alla politica, la responsabile del personale, Macaluso, rivela che nel giro di un anno e mezzo circa 130 assunti si siano licenziati spontaneamente.
A Marco Campione abbiamo chiesto una intervista per precisare meglio alcuni aspetti emersi in conferenza stampa.
Per quello che si è visto e sentito nell’incontro non si è lontani dal credere che Girgenti acque rischia di diventare la vittima sacrificale di una politica inconcludente che crea mostri.
“Non vorremmo diventarlo e credo che non lo siamo ancora, però, diciamo che la via è quella giusta, nel senso che è come se già ci fossimo entrati per diventarlo. Dobbiamo reagire e continuare a fare la nostra attività di servizio e dall’altro lato non abituare la gente a non pagare. C’è il rischio che potrebbe diventare una normalità. Noi reagiamo impiegando maggiori forze e mezzi per inseguire gli utenti che pensano di fare i furbi magari reagendo male come è avvenuto sabato scorso”.
Un brutto segnale che la dice lunga sulle conseguenze della mala gestione siciliana nel suo complesso..
“Si è un segnale che va colto nella sua espressione più volgare. Noi dobbiamo fare in modo di evitare queste episodi nella maniera più democratica e leale. Non possiamo arretrare rispetto a quello che stiamo facendo e che dovremo fare”.
E’ stato fatto notare che i politici non hanno inviato un messaggio di solidarietà o di biasimo. Diciamo che è rivelatore di un sintomo, forse vergogna perché in fondo sono stati gli autori del pateracchio idrico siciliano.
“La politica non sta dalla parte di Girgenti acque che sta portando avanti un sistema di democratizzazione della distribuzione dell’acqua, pagando prezzi notevoli”.
Quindi niente favori ai politici e per questo pagate un prezzo?
“Si lo stiamo pagando perché altrimenti avremmo avuto qualche solidarietà. Poi in un territorio come il nostro secondo me la non dipendenza dalla politica è certamente benevolo per l’attività che facciamo”.
Che era anche il senso dell’appello rivolto alla stampa dalla dott. Macaluso. Sta ai cittadini ribaltare questi consensi politici. Lei, come imprenditore, certamente non può condividere questo master plan che la politica vorrebbe dettare per il futuro.
“E’ una visione che mi pare insopportabile e l’ho detto la settimana scorsa che ci si stanca per la stessa situazione, dover combattere sempre per le stesse vicende, tanto è vero che a noi hanno chiesto di gestire Palermo, che oggi non ha gestore. Vi abbiamo rinunciato all’invito proprio perché ci rendiamo conto della difficoltà che già abbiamo su Agrigento. A Palermo sarebbe catastrofico”.
Come nasce questa storia dei francesi che gestiscono in tandem con la Regione Sicilia Acque e poi gli spagnoli che a Caltanissetta gestiscono Caltacque, mi pare.
“Ad Agrigento viene facile additare Campione di non si sa quale delitto di gestione che – ribadisco – è coerente con le regole della legge. A Caltanissetta non c’è un campione del genere perché c’è un titolare spagnolo, il tutto risalente al periodo Cuffaro quando fu fatto un bando pubblico e si aggiudicarono la gestione gli spagnoli. Sicilia acque fu aggiudicata a italiani che vendettero poi ai francesi che detengono il 75%. Devo dire che a Caltanissetta quanto successo a noi, avrebbe ricevuto più solidarietà”.
Agrigento aveva dato la cittadinanza onoraria al governatore Lombardo che aveva promesso il rifacimento della rete idrica. Il vostro progetto di rete idrica è bloccato alla Regione Sicilia. Come se ne viene fuori?
“In conferenza stampa abbiamo detto di esserci resi disponibili a realizzare l’opera anche in assenza del finanziamento pubblico perché da uno studio che abbiamo fatto, nell’arco di un anno dopo l’avviamento delle attività risparmieremmo circa cento litri di acqua al secondo che equivale ad un risparmio di tre milioni e mezzo di euro l’anno. In cinque anni noi ripagheremmo l’investimento”.
In conferenza stampa si è avanzata l’ipotesi di un boicottaggio.
“Sarà un caso. Quel che è certo è che da un anno a questa parte non si parla più del finanziamento della rete idrica, come a far addebitare un ulteriore insuccesso a Girgenti acque e non dargli l’onore e la gloria sul campo per l’attività svolta”.
Insomma si aspettano che mollate tutto?
“Penso proprio di si. Perché laddove ci sono possibilità di miglioramento e non vengono portate avanti, qualche motivo ci sarà. Non credo alla indisponibilità finanziaria perché l’anno scorso c’era. Quest’anno non si è avuta alcuna notizia del finanziamento. La politica siciliana è legata alla funzione dei finanziamenti europei per la realizzazione delle reti. Non ha fatto nulla per il compimento di questi fatti”.
Per un imprenditore è spaurente questo planning futuro dell’acqua pubblica anche se un vostro eventuale abbandono comporterebbe dei risarcimenti.
“Nelle condizioni in cui siamo non possiamo indietreggiare perché non possiamo abbandonare il campo per la serie di garanzie date e dall’altro lato ci sarebbe l’eventualità di una causa che chissà quanto durerebbe. Tanto vale, secondo me, continuare nell’attività e cercare di ottenere buoni risultati sul campo. Un costante miglioramento del servizio probabilmente farebbe scegliere i diciottomila morosi a pagare le bollette rendendo la situazione più umana e più vivibile anche sul piano finanziario. Infine notiamo che acqua pubblica non significa la non applicazione delle norme di legge previste, mai potrà diminuire il prezzo dell’acqua. Si rimanda tutto alla gestione originaria, è lì che bisogna intervenire”.