Cupa Agrigento, si è insediato il Cda: intervista al presidente Armao (video)

Cda Cupa, i componenti: il presidente Gaetano Armao, il vice presidente Giovanni Di Maida, il cardiologo Giovanni Vaccaro, il farmacista Paolo Minacori, con loro il presidente dei revisori dei conti, Giovanni Patti

Cupa, insediamento Armao, panoramica

Non solo giornalisti  erano presenti stamane all’insediamento del neo presidente del Cupa  Gaetano Armao e del Consiglio di Amministrazione che è composto dal vice presidente Giovanni Di Maida, il cardiologo Giovanni Vaccaro, il farmacista Paolo Minacori, ai quali a breve si aggiungerà un altro membro nominato dalla Regione Siciliana.

L’intero consiglio di amministrazione, estimatori, sindacalisti e funzionari hanno  esternato le loro congratulazioni ad Armao in procinto di guidare una delle più difficili stagioni della nostra Università.

Il presidente del Cupa, Gaetano Armao

Ecco l’intervista a Gaetano Armao neo presidente del Cupa

Cupa, Armao, Firetto

Dottor Armao, perché l’attuale  soluzione trovata per il Cupa non potremo più considerarla una “soluzione tampone”?

“Innanzitutto c’è un sacrosanto diritto del territorio soprattutto degli studenti, chiaro e nitido sul futuro formativo che li attende. Partecipare a un seminario o a un convegno si può fare una tantum, intraprendere il cammino formativo è una cosa che impone chiarezza e puntualità. Nulla può essere episodico ci vogliono programmi chiari, lineari e puntuali e soprattutto professionalità. Il capitale umano di questa provincia è importantissimo, in Italia ed Europa ci sono agrigentini che fanno attività Primarie con grandi capacità e grande professionalità. Questo capitale non deve essere disperso e può non essere disperso se si punta  a dare capacità culturali e professionali ai giovani e se queste capacità sono coerenti con una domanda che viene dal territorio, dall’economia”.

Con quali novità o aspetti salienti verrà configurata la nuova governance?

“Ho registrato la grande attenzione e il senso di responsabilità del sindaco, del presidente della Provincia a dare una risposta immediata  all’ansia di questo territorio per avere  una attività formativa in loco e di qualità correlata con l’università. E’ finita una stagione, non funzionano più i poli monouniversitari ma funziona un polo che può essere un centro di propagazione  culturale che diversifica l’aspetto formativo insieme ad altre università  attraverso anche modalità telematiche o attraverso la realizzazione di percorsi professionalizzanti, di specializzazione o di alta formazione che abbiano una correlazione con altri atenei”.

Cupa, insediamento Armao

Cupa, insediamento Armao

Cupa, insediamento Gaetano Armao con Silvio Cuffaro e Giovanni Di Maida

In passato si è notato che le difficoltà finanziarie potevano essere prese come alibi. Saranno evitate e come?

“I problemi finanziari vanno affrontati con criteri di chiarificazione  con gli enti che in questo momento sono i finanziatori del Consorzio e cioè Regione, Provincia, Comune e Camera di commercio, Bisogna ampliare l’area  e altri comuni saranno chiamati anche simbolicamente a intestarsi questo rilancio dell’offerta formativa del Cupa.  E poi direi di coinvolgere le imprese, le istituzioni bancarie, finanziarie perché  in qualche modo il futuro di questa avventura passa attraverso i protagonisti economici e istituzionali del territorio,  ho percepito una determinazione a rilanciare. Sono convinto che il rilancio l’otterremo”.

I Beni culturali erano sbandierati come  una finalità  precipua poi si è diffuso il timore  di un inspiegabile abbandono. Adesso che ne sarà?

Cupa, insediamento Gaetano Armao

Il libro consultato da Armao

“Io mi occupo di beni culturali sia professionalmente perchè sono stato assessore e per me i beni culturali sono veramente la leva della crescita insieme al turismo. Pertanto penso che l’offerta formativa del settore beni culturali, l’archeologia ma soprattutto dell’uso in prospettiva turistica, la loro valorizzazione credo sia la prospettiva da percorrere con professionalià maturata, cresciuta e formata in loco. Quindi l’esigenza è primaria, c’è una domanda di servizi  elevatissima,  purtroppo però  non accompagnata da altrettante professionalità. Ho chiuso accordi col Getty Museum di Los Angeles, il British Museum di Londra e proprio lì ho percepito la grande attenzione verso il nostro territorio ma anche l’esigenza di creare scambi, joint venture, lavorare insieme e per far questo oltre agli straordinari beni che ci hanno lasciato i nostri progenitori, noi dobbiamo metterci del nostro, la nostra professionalità, capacità, anche fantasia per realizzare percorsi multimediali, percorsi innovativi, notturni, diurni. Insomma credo che abbiate qui una grande  esperienza acquisita che insieme a professionalità e nuove energie tra pubblico e privato darà grandi risultati come del resto avviene in tutta Europa”.

Parola d’ordine, quindi, stabilità per ridare fiducia alle famiglie e ai nuovi iscritti.

“Parole d’ordine pure il rilancio dell’offerta formativa, innovazione, professionalità. Queste sono le carte che vogliamo giocarci, che gli enti locali ci hanno dato mandato di giocarci. Ma tutto passa attraverso una prima analisi del contesto finanziario, della sostenibilità dei costi. In maniera seria perché io non andrò in giro col cappello in mano ad elemosinare soldi per passare da un mese all’altro. Non è questa la gestione e dopo il risanamento intendo ringraziare la  professoressa Immordino e il precedente Consiglio di amministrazione che hanno fatto un lavoro importante.  Dobbiamo capire la  sostenibilità del contesto, stare attenti finanziariamente altrimenti bisognerà fare  operazioni di razionalizzazione che sono coerenti con la prima missione del consorzio che è quella di guardare a coloro che formiamo. I nostri utenti e giudici sono gli studenti, se gli studenti gradiranno l’offerta formativa questo consorzio avrà un futuro, se non gradiranno il consorzio non avrà alcun futuro ancorchè  abbia enti locali a sborsare risorse. Il tema vero è che la formazione deve guardare a coloro  che forma, che sono  i veri e principali interlocutori dell’offerta formativa”.

La soluzione trovata non può più essere considerata una soluzione tampone e nel rispondere alle domande dei presenti, Gaetano Armao, ha tenuto a sottolinearlo. Non per caso si era portato dietro facendo bella mostra di se un libro-inchiesta sulle difficoltà che incontrano oggi le università del Nord e del Sud.

Quasi un modo di esorcizzare i problemi e affrontarli con giusta causa.