Donna uccisa nel Grossetano: ergastolo ad agrigentino custode della villa (le foto)

Antonino Bilella dopo la lettura della sentenza

Il fratello di Francesca Benetti, Alessandro

Ergastolo. Carcere a vita per Antonino Bilella, il custode di Villa Adua di Potassa di Gavorrano (Grosseto) giudicato il responsabile dell’uccisione di Francesca Benetti, l’insegnante in pensione prima trucidata nella cucina della sua villa dall’uomo che si era invaghito di lei da qualche mese e poi nascosta chissà dove dal 4 novembre del 2013.

Antonino Bilella

Francesca Benetti

Ne è convinta la corte di Assise di Grosseto che, dopo otto ore di camera di consiglio, ha accolto tutte le richieste dei pm Marco Nassi e Salvatore Ferraro condannando all’ergastolo, con isolamento diurno per due mesi, l’agricoltore agrigentino (è nato ad Alessandria della Rocca), in carcere dal 10 novembre del 2013, che non ha fatto una piega quando il giudice Giovanni Puliatti ha letto il dispositivo che mette un punto su un caso difficile e complicato anche dal fatto che il corpo della donna non sia mai stato ritrovato nonostante le lunghe ed estese ricerche

La chiave di volta del processo è stato sicuramente il ritrovamento del sangue di Francesca Benetti nel montante del bagagliaio dell’auto di Bilella. Sangue che lo stesso custode della villa aveva cercato di ripulire dalla cucina della villa, dove probabilmente l’ha aggredita alle spalle con un coltello. La donna era arrivata a Villa Adua a Potassa di Gavorrano intorno a mezzogiorno del 4 novembre del 2013, secondo l’accusa attirata con uno stratagemma da Bilella che aveva deciso di ucciderla.

Il custode, che il giorno prima aveva portato l’auto di Francesca alla stazione di Follonica per dimostrare che l’insegnante si era allontanata volontariamente, ha ucciso la donna, ripulito il sangue dalla scena del crimine e caricato il corpo in un’altra auto. Ha avuto quindi tutto il tempo per avvolgere il corpo in un telo di nylon per poi farlo sparire. L’immediata denuncia di scomparsa del compagno e il fiuto dei carabinieri del nucleo investigativo hanno permesso di scoprire, due giorni dopo, Bilella che cercava di disfarsi in campagna del pianale dell’auto prima e della stessa vettura poi, che stava per rottamare. Il silenzio del custode in tutti questi mesi non è stato sufficiente per evitargli l’ergastolo. La corte di Assise ha condannato Antonino Bilella anche per stalking e per violenza sessuale in due casi su tre contestati.

“Bilella è un uomo forte – hanno detto i difensori dell’ex custode di Villa Adua, Francesca Carnicelli e Riccardo Lottini -. Domani gli parleremo. Non ce lo aspettavamo. Attendiamo le motivazioni e faremo appello”. I difensori dell’uomo avevano chiesto l’assoluzione o, in subordine, la derubricazione dell’accusa più grave in omicidio preterintenzionale.

“Era quello che meritava. Vediamo se adesso il ‘signor ergastolano’ ci dice dove è il corpo: ora manca il secondo tassello di questa triste storia, il corpo di mia sorella”.

Sono le parole invece di Alessandro Benetti, fratello di Francesca. In aula, in lacrime anche la figlia della donna, Eleonora Spataro.

Per Alessandro Risaliti, il legale con il collega Agron Xhanay ha assistito la famiglia della donna scomparsa “E’ un grande risultato. La famiglia è soddisfatta. purtroppo Francesca non tornerà più ma almeno i familiari hanno avito la giusta sentenza: la sentenza di uno Stato civile”. “E’ una sentenza esemplare – ha aggiunto Xhanaj – una sentenza importante anche dal punto di vista giuridico perchè, nonostante il corpo della vittima non sia stato trovato, il reato di omicidio è stato ugualmente riconosciuto”.

La lettura della sentenza(le foto)

 

“Antonino Bilella è una persona molto malvagia e l’ergastolo è una pena giusta” – ha concluso Francesco Verusio, ex procuratore di Grosseto, grande accusatore di Bilella già dai primi giorni di carcere: “E’ stato un grande successo riuscire a dimostrare, nonostante la mancanza di un corpo, non solo l’omicidio ma anche la premeditazione”.