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La faida Favara-Liegi, chiesti 24 anni e 6 mesi di carcere per Vardaro

La vicenda è legata alla tristemente nota faida sull’asse Favara-Liegi, una guerra tra clan che ha insanguinato la provincia di Agrigento per due anni

Pubblicato 1 giorno fa

La procura generale di Palermo ha chiesto la conferma della condanna di primo grado a 24 anni e 6 mesi di reclusione nei confronti di Carmelo Vardaro, 48 anni, imputato nel processo scaturito dall’inchiesta sulla faida Favara-Liegi. Vardaro in questo stralcio è accusato di duplice tentato omicidio, alcuni episodi di spaccio di droga e due estorsioni aggravate. Il favarese in origine era anche accusato dell’omicidio di Mario Jakelich, ucciso in un appartamento a Liegi nel settembre 2016, ma già in primo grado ha incassato l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”. Questa mattina si è, invece, aperto il processo di secondo grado davanti i giudici della Corte di assise di appello di Palermo presieduta da Matteo Frasca. 

La procura generale ha chiesto la conferma della condanna inflitta in primo grado. Stessa richiesta è stata avanzata anche dalle parti civili costituitesi, rappresentate dagli avvocati Salvatore Cusumano e Antonino Bunone. Il processo riprenderà il prossimo 8 luglio per l’arringa difensiva dell’avvocato Salvatore Virgone. La vicenda è legata alla tristemente nota faida sull’asse Favara-Liegi, una guerra tra clan caratterizzata da omicidi compiuti e mancati che ha insanguinato la provincia di Agrigento per due anni.

Vardaro era finito a processo con l’accusa di aver fatto parte del commando che nel settembre 2016 uccise Mario Jakelich e attentò alla vita di Maurizio Distefano, scampato miracolosamente all’agguato. Per questi reati è stato assolto. Vardaro è invece stato condannato per un duplice tentato omicidio, sempre nell’ambito della faida, avvenuto il 23 maggio 2017 a Favara. In quell’occasione rimasero feriti Carmelo Nicotra e lo stesso Maurizio Distefano, già obiettivo dei sicari nei mesi precedenti. Il delitto dell’operaio empedoclino, ad oggi, rimane senza un colpevole dopo che negli scorsi mesi la Cassazione ha assolto definitivamente Calogero e Antonio Bellavia, gli altri due presunti membri del commando.

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