Mafia agrigentina, “alleanza tra palermitani e clan del Belice”. Estorsioni attività privilegiata

Un “riassetto degli equilibri interni, determinato in buona parte dell’arresto dei capi dell’organizzazione e dalla scarcerazione di importanti sodali”, quali l’ex capo mandamento di Sambuca di Sicilia, uno dei vertici della famiglia di Ribera, un componente della famiglia di Favara e il capo della famiglia di Santa Margherita Belice. E’ la Cosa Nostra AGRIGENTINA che emerge dalla relazione della Dia relativa al secondo semestre 2015. Un’organizzazione che ha consolidato l’alleanza con i sodalizi palermitani, in particolare fra la famiglia di Santa Margherita Belice e gli emissari del supermandamento di San Giuseppe Jato e Partinico. Secondo la Dia, le estorsioni rimangono “la forma delittuosa più ricorrente e redditizia” per l’organizzazione, fondamentali sia perché forniscono quella liquidità necessaria per la sussistenza di Cosa Nostra sia per il “capillare controllo del territorio”. Le famiglie mafiose dell’agrigentino puntano però al condizionamento della “cosa pubblica che – sottolinea la Dia – passa attraverso la corruzione di soggetti appartenenti alla pubblica amministrazione e al mondo economico-finanziario”.