Tredici imprese taglieggiate dagli uomini di Cosa nostra e soltanto una di queste denuncia i tentativi di estorsione.
E’ il quadro che emerge dall’indagine “Icaro” della Squadra Mobile di
Agrigento, che ha portato all’arresto di nove persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e traffico di stupefacenti. I poliziotti, diretti dal commissario capo Giovanni Minardi,
hanno pedinato, intercettato e fotografato per intere settimane i nuovi volti della criminalità organizzata agrigentina.
Sono riusciti a ricostruire diversi episodi di estorsioni ai danni di imprese che lavoravano nell’Agrigentino, ma non hanno ricevuto alcuna segnalazione o denuncia dalle vittime del racket. Un muro di omertà e di paura che ha costretto gli investigatori a chiamare uno per uno gli imprenditori taglieggiati per trovare il riscontro dei reati. C’è chi ha negato e chi, invece,
ha raccontato fatti ed episodi dettagliati.
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