Apertura

Mafia, massoneria e politica a Licata: chieste 4 condanne e 4 assoluzioni 

Tutti coinvolti nell'inchiesta sulla mafia di Licata e sugli intrecci “pericolosi” con politica, imprenditoria e massoneria

Pubblicato 56 minuti fa

La Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha avanzato quattro richieste di condanna e altrettante di assoluzione nei confronti degli otto imputati coinvolti nell’inchiesta “Assedio-Halycon”, l’operazione dei carabinieri del Ros che fece luce sulla mafia di Licata e sugli intrecci “pericolosi” con politica, imprenditoria e massoneria. Il pm Claudio Camilleri ha proposto 12 anni di reclusione per Vincenzo Bellavia e per i fratelli Gabriele e Vincenzo Spiteri. I tre sono accusati di aver fatto parte della locale cosca guidata dal boss Angelo “Piscimoddu” Occhipinti. Il pubblico ministero ha altresì invocato la condanna a quattro anni di reclusione nei confronti di Antonino Cusumano, noto ristoratore del posto, accusato di favoreggiamento aggravato per aver permesso lo svolgimento di diversi incontri tra gli associati.

Quattro, invece, le richieste di assoluzione: si tratta di Antonino Massaro, elettrauto accusato di aver rivelato la presenza di microspie nell’auto di un affiliato; Alberto Riccobene, palmese accusato di aver mentito ai carabinieri durante un interrogatorio; Angelo Bellavia, padre di Vincenzo, anche lui originariamente accusato di mafia; Salvatore Patriarca, imprenditore ragusano che si era aggiudicato l’appalto per le demolizioni abusive a Licata. L’indagine, particolarmente articolata e complessa, ha consentito di fare luce sulla operatività delle cosche mafiose di Licata e Campobello di Licata e sui rapporti con la politica locale e la massoneria deviata.

Tra gli imputati di questo stralcio processuale c’era anche Giovani Lauria, inteso il “professore”, ritenuto da sentenze passate in giudicato il massimo esponente della mafia licatese, già consigliori del boss Giuseppe Falsone. Lauria è deceduto due anni fa. Altri dieci imputati hanno scelto la via del rito abbreviato che – in parte – si è conclusa con sei condanne definitive. Altre quattro, invece, sono state annullate e si dovrà celebrare un nuovo processo. Si torna in aula il 6 ottobre. 

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

banner omnia congress