Agrigento 2025, l’Orchestra Sinfonica Siciliana al Teatro dell’Efebo
La Sinfonia “Dal Nuovo Mondo” di Antonín Dvořák diretta da Srba Dinič, Teatro dell’Efebo | venerdì 27 giugno alle 21 | Ingresso gratuito
L’Orchestra Sinfonica Siciliana arriva ad Agrigento per un concerto dedicato alla Capitale Italiana della Cultura 2025. Venerdì prossimo (27 giugno) alle 21 al Teatro dell’Efebo, una tappa suggestiva del viaggio dell’Orchestra nell’Isola: un concerto offerto alla città (biglietti gratuiti con prenotazione su www.agrigento-biglietti.com) diretto da Srba Dinič – bacchetta ospite di prestigiose istituzioni come la Semperoper di Dresda, il Teatro Colón di Buenos Aires e il Teatro Massimo di Palermo – e un programma coinvolgente con pagine di Šostakovič, Čajkovskij e Dvořák, rinnovando così l’obiettivo di portare i capolavori della musica sinfonica a pubblici sempre nuovi e diversificati. Un appuntamento che conferma l’impegno della FOSS nel coniugare qualità artistica, valorizzazione del territorio e collaborazione con le istituzioni.
Il concerto si aprirà con l’Ouverture festiva op. 96 di Dmitrij Šostakovič (nel 50° dalla morte del compositore russo), composta in pochi giorni nel 1947 per celebrare l’anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, fu eseguita solo nel 1954. Caratterizzata da un brillante impianto orchestrale e da una scrittura energica, l’Ouverture richiama esplicitamente il mondo operistico russo, in particolare l’eredità di Glinka, tra fanfare e melodie di struggente lirismo.
Quindi il Capriccio italiano op. 45 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, omaggio alle sonorità popolari italiane filtrate dallo sguardo sensibile del compositore russo. Scritto nel 1880 dopo un soggiorno a Roma e Napoli, il brano è una sequenza coloratissima di episodi che spaziano dalle marce militari alle serenate, fino a una travolgente tarantella finale. E infine uno dei capolavori assoluti del repertorio sinfonico: la Sinfonia n. 9 in mi minore “Dal Nuovo Mondo” op. 95 di Antonín Dvořák, composta durante il soggiorno del musicista a New York e ispirata tanto alle melodie dei nativi americani. Con la sua struttura ciclica, i richiami epici e il celebre tema affidato al corno inglese nel secondo movimento, è un ponte ideale tra Vecchio e Nuovo Continente, e una riflessione sulla memoria e sull’identità.