Processi centri commerciali, Cassazione mette la parola fine: ricorsi inammissibili

La parola fine alla intricata vicenda della realizzazione di due centri commerciali ad Agrigento è stata messa stasera dalla Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dalla Procura generale presso la Corte d’appello di Palermo e l’imputato Setola, confermando in toto la sentenza di secondo.
Finisce qui, dunque, un tormentone che ha ammorbato la storia di Agrigento.
La sentenza d’appello, dunque, quella emessa dalla sesta sezione della Corte di appello di Palermo, ha confermato, pressochè totalmente la sentenza di primo grado che riguardava pretese irregolarità legate alla realizzazione dei due centri commerciali cittadini, quello di Villaseta, oggi esistente e funzionante e quello di Villaggio Mosè, chiamato Moses e mai realizzato.
In primo grado il 12 settembre di due anni fa, il collegio di giudici presieduto da Ottavio Mosti (a latere Alessandra Tedde ed Emanuela Podda) aveva deciso l’assoluzione di tutti i quattordici imputati. Per un solo capo di imputazione era stata dichiarata la prescrizione.
Il Tribunale aveva recepito quasi interamente le tesi del Pm, Santo Fornasier che, modificando in corsa l’intero iter investigativo del precedente Pm (Lucia Brescia, oggi a Caltanissetta) aveva chiesto l’assoluzione di tredici dei quattordici imputati e la prescrizione di un solo capo di imputazione relativo alla presunta falsificazione di una perizia giurata che sarebbe stata alterata per fare in modo che un terreno risultasse compatibile con il progetto “Moses” dell’imprenditore Carmelo Condorelli (in realtà in società con Giovanni Miccichè, allora condannato per mafia, Enza Pecorelli e Giuseppe Burgio).
In appello, dunque si è avuto questo risultato che riportiamo integralmente trovando piena adesione della Suprema Corte: “In parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Agrigento in data 12 settembre 2013 appellata da Condorelli Carmelo, nonché, nei confronti di Vitellaro Francesco, Nucera Vincenzo, Scifo Gaetano, Principato Giuseppe, Pinnisi Salvatore, Saeva Calogero, Piazza Aldo, Marianelli Gianni e Setola Aniello dal Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Palermo, nei confronti di Vitellaro Francesco, Nucera Vincenzo, Scifo Gaetano, Principato Giuseppe, Pinnisi Salvatore, Vinciguerra Pasquale, Saeva Calogero, Piazza Aldo e Marianelli Gianni, dalle parti civili costituite Wwf onlus e Legambiente onlus, oltre che, nei confronti di Scifo Gaetano, Setola Aniello dalla parte civile costituita Burgio Giuseppe, dichiara inammissibile l’appello proposto dal Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Palermo e dichiara non doversi procedere, ai soli effetti della responsabilità civile, nei confronti degli imputati Scifo e Setola in ordine al reato di cui al capo L) essendo lo stesso estinto per prescrizione.
Conferma nel resto l’impugnata sentenza condannando l’imputato Condorelli Carmelo le parti civili costituite Wwf onlus e Legambiente onlus al pagamento delle spese di giudizio d’appello, condannando le suddette parti civili Wwf e Legambiente a rifondere all’imputato Vincenzo Nucera le spese del presente grado di giudizio che complessivamente liquida in 2000 euro oltre Iva e Cpa come per legge.

Loading…