Catania

Bancarotta gruppo Tecnis: 4 arresti e sequestro da 94 milioni di euro (ft e vd)

La Guardia di Finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone indagate per la bancarotta della ‘Tecnis Spa’ – una delle principali aziende italiane di costruzioni – e di una serie di società controllate, dichiarata dal tribunale di Catania nel giugno del 2017. Gli uomini delle Fiamme Gialle stanno anche effettuando dei sequestri […]

Pubblicato 6 anni fa

La Guardia di Finanza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone indagate per la bancarotta della ‘Tecnis Spa’ – una delle principali aziende italiane di costruzioni – e di una serie di società controllate, dichiarata dal tribunale di Catania nel giugno del 2017. Gli uomini delle Fiamme Gialle stanno anche effettuando dei sequestri di beni per un valore complessivo di 94 milioni.

Tra gli arrestati ci sono gli imprenditori Mimmo Costanzo e Concetto
Bosco già posti ai domiciliari dal Gip di Catania.

 Costanzo e Bosco in passato erano
stati posti agli arresti domiciliari, dal 22 ottobre 2015 al 22 marzo del 2016,
per corruzione e turbativa nell’ambito di due inchieste della Procura di Roma,
‘Dama nera’ e ‘Dama nera 2’, su presunte tangenti all’Anas.

Dalle indagini degli uomini della Guardia di Finanza di Catania e del Nucleo di Polizia Valutaria, la governance precedente di Tecnis Spa avrebbe messo in atto “ripetute condotte illecite” nella gestione dell’azienda.

GdF Catania, Operazione Arcot

Nel proprio sito la società si definisce una “delle realtà più significative nel panorama italiano delle imprese di costruzioni generali, di ingegneria e general contracting, attiva nel settore della realizzazione di grandi opere infrastrutturali”: opere portuali e idrauliche, grande viabilità su gomma e ferro, sistemazioni idrogeologiche, primari interventi di urbanizzazione, edilizia civile, presidi ospedalieri d’interesse nazionale, restauro conservativo di importanti strutture edilizie vincolate dalle Sovrintendenze statali.

L’accusa nei confronti dei quattro destinatari della misura cautelare e’, in concorso, di bancarotta fraudolenta per distrazione.

L’investigazione dei Finanzieri di Catania
ha tracciato le azioni del management della Tecnis che l’hanno spogliata di
quasi 100 milioni di euro nel corso di un quadriennio (2011-2014) aggravandone
il dissesto e rendendola insolvente. Lo schema della maxi frode congeniato si
e’ caratterizzato per la concessione da parte di Tecnis spa di consistenti e
vorticosi finanziamenti infragruppo non onerosi diretti alle consorziate; le
imprese beneficiarie, a loro volta, anche con movimentazioni bancari realizzate
nella stessa giornata, hanno veicolato le liquidita’ in questione a favore di
societa’ estranee al gruppo di riferimento ma sempre dirette, anche con la
presenza di prestanome, dal tandem Concetto Bosco-Costanzo.

Il profitto criminale originatosi dalla bancarotta fraudolenta veniva
destinato, tra l’altro, alla realizzazione di strutture sportive e ricettive
nel settore del turismo golfistico, la cui costruzione, in larga parte, veniva
anche affidata alla stessa depredata. La compagine criminale, dunque,
finanziata da mezzi tratti dalla societa’ poi finita in amministrazione
straordinaria (non remunerata per il finanziamento), ha realizzato distinti
compendi societari senza dover ricorrere all’investimento di proprie risorse.
Costanzo e Bosco in passato erano stati posti agli arresti domiciliari dal 22
ottobre 2015 al 22 marzo del 2016, per corruzione e turbativa nell’ambito di
due inchieste della Procura di Roma, ‘Dama nera’ e ‘Dama nera 2’, su presunte
tangenti all’Anas.

La Tecnis è stata in amministrazione giudiziaria dal febbraio 2016 al
marzo 2017 perche’ sequestrata nell’ambito di un’inchiesta antimafia della Dda
etnea su indagini dei carabinieri del Ros. Il dissequestro fu motivato con il
venir mene della “pericolosita’ del bene” che, secondo i giudici, era
“stato legalizzato” grazie al lavoro dell’amministrazione giudiziaria
e della procura di Catania. Mimmo Costanzo e Concetto Bosco Lo Giudice risultano
ancora oggi operativi sul mercato attraverso la Amec srl (costituita alla fine
del 2017, avente sede a Santa Venerina, Catania, ed esercente l’attività di
costruzioni generali e di infrastrutture, con un fatturato annuo dichiarato di
11 milioni di euro) beneficiaria di un affitto d’azienda operato da Cogip
Infrastrutture srl; Amec risulta aggiudicataria di commesse pubbliche.

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