Agrigento, teatro di Akragas: il bello deve ancora venire

La mostra archeologica sulle nuove ricerche nell’Agorà di Agrigento, segna ancora una volta un punto a favore per l’avvicinamento tra cittadini e risorse archeo-ambientali.
Tutti presenti all’apertura dell’esposizione presso il Museo archeologico, dal direttore del Parco Giuseppe Parello, all’archeologo Luigi Caliò, la direttrice del Museo Gioconda La Magna, la soprintendente Gabriella Costantino e un foltissimo gruppo di funzionari e studenti. Ospite inatteso l’on. Antonio Venturino che trova parole di congratulazioni per il lavoro di scavo fin qui svolto.

Cinta muraria
Esposta anche una antica riproduzione
Frammenti di boccale
Frammento di recipiente
L'area interessata agli scavi
Maschera gorgonica
Monete
Particolare di iscrizione
Piccole lucerne
Ricostruzione virtuale
Un vaso
Una vetrinetta con i reperti

L’umore per i ritrovamenti, è lasciato intendere, non è proprio superlativo e però lascia supporre che il bello deve ancora venire.
Si procede con la necessaria cautela e lentezza, reperti se ne sono trovati che permettono una datazione e ci consentono di sapere che in questa zona c’era un santuario. Ancora non si è delineata la struttura ma lo si spera per le lucerne ritrovate insieme ad altro proveniente dalla zona superiore del teatro. Per il teatro c’è qualche struttura che ancora non si riesce a leggere molto bene. Ci sarà qualcosa, di certo c’è un’area sacra ma non si sa come è fatta. E poi c’è la strada, c’è il viale moderno per cui sarà un po’ difficile continuare. E quindi non si sconvolgerà l’assetto della zona come accade per la metropolitana di Roma. Comunque come in altre zone e città della Sicilia c’è il teatro, il santuario-cavea.
Difficile calcolare quanto si scoprirà di meglio, per adesso ci si concentra su quello che verrà fuori nella prossima campagna di scavi, dopo la quale si potranno fare maggiori previsioni perché piano piano più si scava più si riuscirà a comprendere e di conseguenza si andrà più sicuri a scavare. Alle rappresentazioni teatrali – si fa notare – era legata un’area di culto che è stato una gran fortuna trovare. Monete e ceramiche rinvenute consentono di classificare cronologicamente le strutture e così si è avuta conferma di essere nella fase ellenistica quindi tra il III e II secolo a.C.
“I risultati ottenuti, ci dice Parello – danno contezza sia della struttura teatrale in se stessa sia anche delle attività connesse a quelle teatrali. La mostra comprende anche i reperti provenienti da altre aree dell’Agorà perché il lavoro che stiamo facendo non è circoscritto al teatro ma riguarda l’Agorà superiore in tante delle sue parti, per esempio per quanto riguarda il tempio romano e la piazza triportica. Da qui a quattro settimane riinizieremo lo scavo del teatro, inizio previsto per il 2 maggio e quindi dal tre maggio potranno effettuarsi le visite del cantiere aperto. Chi vuole può già prenotarsi per assistere al secondo lotto di scavi. Si entrerà così nella parte inferiore della cavea e l’obiettivo sarà quello di tirare fuori il resto della cavea e quant’altro, sperabilmente”.

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